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Piemonte: vaccino, somministrate 403.553 dosi

Sono 10.173, tra cui 6.273 ultraottantenni, le persone che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid comunicate oggi all’Unità di Crisi della Regione Piemonte (dato delle ore 18.30). A 607 è stata somministrata la seconda dose.

Fuori Provincia
Piemonte: vaccino, somministrate 403.553 dosi
Dall’inizio della campagna si è quindi proceduto, all’inoculazione di 403.553 dosi (delle quali 138.729 come seconda), corrispondenti al 78,7 % delle 512.650 finora disponibili per il Piemonte.

La percentuale è inferiore a quella di ieri, perché include la nuova fornitura di 32.500 dosi di vaccino AstraZeneca.Sarà ultimata invece nelle prossime ore la consegna della nuova fornitura di 20.300 dosi di Moderna.


Escludendo la Valle D’Aosta e la Provincia Autonoma di Bolzano (che per numeri della popolazione e dosi da somministrare non sono confrontabili, soprattutto alle grandi regioni con milioni di abitanti), ad oggi il Piemonte è una delle due regioni che procedono più veloci nella campagna vaccinale, accanto alla Campania, con un dato ben al di sopra della media nazionale, che è attestata al 69.2% di dosi somministrate (Fonte alle ore 18: https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/La percentuale riportata sul sito nazionale è leggermente inferiore a quella comunicata dalla Regione Piemonte nel bollettino di oggi in quanto non tiene conto degli aggiornamenti che vengono inviati in tempo reale).

Il Piemonte è anche la Regione che (sempre escludendo Bolzano e Valle D’Aosta) si mostra più avanti nella somministrazione della seconda dose e che, quindi, ha già completato la vaccinazione di una fetta maggiore della propria popolazione (oltre 138 mila persone ovvero il 3.20% contro il 2.37% della media nazionale). (Fonte alle ore 18: https://datawrapper.dwcdn.net/s89Hv/359/).

Considerata la necessità, su suggerimento della stessa struttura commissariale romana, di mantenere una percentuale di dosi di scorta tra il 20 e il 30%, non essendo purtroppo garantita la puntualità delle forniture (come dimostra anche in questi giorni il ritardo di consegna del vaccino Moderna), il Piemonte è già oltre il target quantitativo di somministrazioni ottimali e si conferma una delle regioni più performanti nell’andamento della campagna vaccinale.

“Tutti i parametri del Ministero dimostrano che il Piemonte è tra le regioni che stanno procedendo in modo più rapido nelle vaccinazioni - sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Se questo è un dato positivo perché testimonia che abbiamo prediposto un sistema che funziona, non può però bastare. Mi auguro che la nomina del nuovo commissario per l’emergenza Covid Figliuolo, peraltro un alpino legato al Piemonte, possa dare una svolta decisiva da Roma alla campagna vaccinale, così come chiediamo ormai da settimane”.

Oggi, al termine di una riunione che si è svolta all’Unità di Crisi, con il presidente Cirio, l’assessore alle Politiche Sociali Chiara Caucino e l’assessore alla Sanitá Luigi Genesio Icardi, è stata stabilita la data del 16 marzo per l’inizio della vaccinazione degli oltre 6000 disabili presenti all’interno delle comunità residenziali e semi residenziali del Piemonte.

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Sono 41, cioè il 48,2% degli 85 campioni piemontesi prima analizzati e selezionati dai laboratori della Regione e poi sequenziati dall’Istituto superiore di sanità, individuati come casi di varianti inglesi: sono questi i risultati della seconda “quick survey”, cioè dell’indagine coordinata organizzata dall’Istituto superiore di Sanità, per stabilire una mappatura del grado di diffusione in Italia delle varianti inglesi, brasiliana e sud-africana nel Paese.

Il giorno preso in considerazione è quello del 18 febbraio, quando sui 484 positivi ne sono stati fatti arrivare 85 a Roma, scelti solo tra quelli molecolari, derivanti dalla sorveglianza territoriale (escludendo quelli identificati tramite indagini ospedalieri e pre-ricoveri) e con un elevata carica virale. Non è emerso, invece, nessun caso di variante né brasiliana, né sudafricana.

«Con questa attività di monitoraggio - dichiarano l’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi e l’assessore alla ricerca applicata al Covid, Matteo Marnati - in collaborazione tra l’Istituto Superiore di sanità e i nostri 14 laboratori abbiamo potuto avere un’ulteriore conferma della diffusione delle varianti inglesi sul nostro territorio, testimoniata peraltro anche dalla crescita dei contagi. Del resto, in previsione di questo rischio, avevamo già messo in campo misure preventive, come l’obbligo di dichiarare il rientro da viaggi in zone a rischio e rafforzando il contact tracing, dando indicazioni specifiche alle Asl sul tracciamento e analisi delle varianti. Quello che ci conforta è che non siano emerse le due varianti più pericolose dal punto di vista sanitario, cioè quella brasiliana e quella sudamericana».



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