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AstroNews: James Webb, il nuovo telescopio spaziale astronomico

Un nuovo ed otticamente più potente telescopio spaziale, sta inviando da poco tempo immagini celesti inimmaginabili fino a pochissimo tempo fa.

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AstroNews: James Webb, il nuovo telescopio spaziale astronomico
Si tratta dello James Webb Telescope ( JWST ), Alto 8 metri, di larghezza massima 21,2 metri, e con lo specchio primario con diametro di 6,5 metri, costituito da 18 segmenti esagonali in berillio e placcati d’oro, che ha il compito di ricevere luce e raggi nell’infrarosso. Lo strumento si trova a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, in una posizione nota come L2 (punto di Lagrange 2) dove l'influenza gravitazionale del Sole e del nostro pianeta tengono stabile l'orbita dello strumento.
Immagine 1Il telescopio spaziale James Webb in orbita.

Come riporta la Nasa, recentemente la fotocamera a infrarossi di JWST ha catturato un altro affascinante soggetto, che ha fornito agli scienziati informazioni aggiuntive sulla nascita di una stella: si tratta di L1527, protostella di “soli” 100.000 anni, all'interno della regione di formazione stellare della Nube del Toro, a circa 460 anni luce dalla Terra. Le nubi di materiale stellare incandescente sono visibili solo alla luce infrarossa, rendendole un bersaglio ideale per la fotocamera di Webb, che le ha ritratte mentre alimentano la protostella, assumendo una peculiare forma a clessidra, con L1527 al centro.
Immagine 2Protostella L1527 al centro delle nubi interstellari (JWST)

I colori delle nubi, che variano dal blu all’arancione, dipendono dalla densità del materiale presente in quella regione, con il blu che indica le aree in cui vi è meno polvere stellare; inoltre la regione superiore dell’immagine, oltre alla polvere e ai gas, mostra anche le espulsioni di materiale dalla protostella. Infine, al centro dell’immagine, appare una linea scura, attraverso cui filtra la luce di L1527: si tratta di un disco protoplanetario, che i ricercatori hanno stimato avere all'incirca le dimensioni del nostro Sistema solare. Non è raro, infatti, che condizioni del genere permettano la nascita, oltre alle stelle, anche di pianeti : praticamente, la foto di Webb mostra come potevano apparire il Sole e il nostro Sistema solare all’inizio della loro formazione.

Il James Webb telescope (JWST) rappresenta il più grande osservatorio spaziale al mondo, e fa parte del programma internazionale guidato dalla Nasa in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea (Esa) e l’Agenzia spaziale canadese (Csa) che ha l’obiettivo di scrutare i misteri del nostro Sistema solare, osservare altre galassie diverse dalla nostra, ed indagare le origini dell’Universo e il nostro posto in esso. Nelle foto che ci ha inviato il JWST vi sono galassie primordiali, protostelle dalle forme curiose e venti di polvere di stelle, ed il 28 e il 29 giugno scorso gli occhi di JWST si sono rivolti verso il lontanissimo ammasso di galassie Abell 2744 e verso due regioni del cielo adiacenti a esso, registrando i dati provenienti da due galassie tra le primissime dell’Universo primordiale, tra 350 e 450 milioni di anni dopo il Big Bang.
Immagine 3I riquadri centrali indicano le due più lontane galassie dell’universo conosciuto.

A differenza degli strumenti usati precedentemente, come il telescopio spaziale Hubble - o dagli osservatori terrestri, gli strumenti di JWST hanno una sensibilità nell'infrarosso e una capacità di risoluzione che permettono di indagare oggetti spaziali molto più distanti. JWST ha mostrato di essere in grado di svelare sorgenti astrofisiche in epoche ancora inesplorate”.
Un’ultima immagine, pubblicata il 12 ottobre scorso, riporta circa 5.000 anni luce della Terra: si tratta di 17 anelli di polvere concentrici emanati da un sistema binario di stelle nota come WR140, nella costellazione del Cigno, costituito da una stella di Wolf-Rayet (stella con una massa pari almeno a 25 volte quella del Sole, molto evolute ed eruttive) e da una stella supergigante blu ancora più grande, che gravitano attorno un’orbita che si compie in otto anni.
Immagine 4WR140 nella costellazione del Cigno.

Per le sue caratteristiche intrinseche, la stella Wolf-Rayet genera potenti venti che spingono enormi quantità di gas nello Spazio: ogni anello si crea quando, ogni otto anni, le due stelle si avvicinano e i loro venti stellari si incontrano, comprimendo il gas e formando polvere stellare. Come gli anelli del tronco di un albero, le spire di polvere segnano il passare del tempo.



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