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Valgrande e agricoltura

“Il rilancio dell’agricoltura montana è strategico per proiettare il territori verso nuovi traguardi sul profilo socioeconomico, oltrechè turistico e occupazionale. Il ruolo del Parco della Valgrande, la più estesa ‘wilderness-area’ d’Europa, è di imprescindibile importanza e, con il nuovo presidente Massimo Bocci, auspichiamo la realizzazione di progetti condivisi”.

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Valgrande e agricoltura
Lo dice il presidente della Coldiretti interprovinciale, Federico Boieri, a seguito della conferenza stampa che ha visto giovedì scorso la presentazione del nuovo presidente del Parco Nazionale della Valgrande.

A rappresentare la Coldiretti interprovinciale, il vicepresidente Massimo Bernardini e il segretario di zona di Domodossola Bruno Baccaglio. Alla conferenza erano presenti anche il commissario capo del Corpo Forestale dello Stato Andrea Baldi (comandante del coordinamento territoriale della Forestale del parco Valgrande), il direttore del parco Tullio Bagnati e l'assessore e vicepresidente Claudio Zella Geddo.

Coldiretti ha particolarmente apprezzato le dichiarazioni del neo presidente Bocci, che ha rimarcato la necessità di “coniugare nel migliore dei modi le azioni di tutela e di valorizzazione dell'ambiente, la promozione dell'agricoltura, del turismo sostenibile con l'obiettivo di costruire un modello di sviluppo "su misura" per il territorio”.

“La Valgrande – riprende Boieri – è un’area di grande estensione, dove la tutela del territorio è importante, così come il ruolo multifunzionale delle imprese agricole: un’area di incomparabile bellezza e importanza ambientale, nota in Europa e nel mondo, che può essere ancor più valorizzata sostenendo e riconoscendo la forte identità dell’agroalimentare generato dalle imprese che operano sul territorio del Parco stesso, creando reti e sinergie in modo che la crescita sia costante e condivisa”.

“L’agricoltura ‘di nicchia’ in Valgrande ben si integra in quel ‘sistema rurale ossolano’ che vede un ricco paniere di produzioni tipiche e fortemente territoriale, dai vini nebbiolo, alla filiera del latte d’alpeggio, all’arte norcina tradizionale e alle colture di un’agricoltura di montagna che coniuga presidio del territorio a produzioni strettamente legate: farine, fortemente tipici, formaggi, mele, patate: non ultimo, il recupero delle varietà storiche di cereali e solanacee.

Ma Valgrande e Ossola significano anche tradizione e cura del bosco: anche su questo punto occorre un’analisi approfondita, che parta dalla valorizzazione del ruolo ‘di presidio’ delle imprese agricole che si occupano della cura e del mantenimento dei boschi stessi”.

Dal punto di vista infrastrutturale, l’Ossola è meglio connessa sia con la Svizzera sia con l’area milanese, sia attraverso la rete viaria che quella ferroviaria.

Insomma, secondo il presidenti Boieri “occorre fare sistema, valorizzare il ruolo delle imprese agricole e creare rete con il turismo e le filiere economiche, dal campo, alla trasformazione, alla ristorazione. Lo si può e lo si deve fare anche in Valgrande, sostenendo le imprese nel fare rete, cogliendo il fatto che l’agroalimentare è la chiave per creare opportunità concrete sotto il profilo turistico, economico e, non ultimo, occupazionale. Come sempre, da parte di Coldiretti c’è la più ampia disponibilità al confronto e, in merito, non mancheremo di avanzare concrete proposte di lavoro comune”.



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