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Territorio, ruralità e fatica nella storia dei Minoletti

Il legame tra ruralità e territorio, la storia della sua agricoltura e del lavoro che la origina. Ma anche le fatiche quotidiane di una famiglia agricola e la crescita, nei decenni, di un’impresa che guarda, oggi, alle nuove generazioni non abbandonando il solco della tradizione. Tutto questo nella serata svoltasi giovedì a Cannobio e dedicata alla famiglia Minoletti.

Cannobio
Territorio, ruralità e fatica nella storia dei Minoletti
C’è stato, soprattutto, l’orgoglio di ‘essere agricoltori’ e di ‘essere Coldiretti’ nelle esperienze di vita che giovedì sera Piera Perli e Renzo Minoletti, insieme al figlio Pietro, hanno voluto raccontare a un pubblico numerosissimo, di oltre 100 partecipanti che hanno affollato Palazzo Parasi in Cannobio per l’appuntamento con “Storie di cibo e territorio sotto il Campanile”.

Ad introdurre la serata, l’intervento del sindaco di Cannobio Giandomenico Albertella e del presidente dell’Associazione Allevatori Cannobio e Val Cannobina Mario Piffero: entrambi hanno sottolineato l’importanza del lavoro dell’impresa agricola di Perli e Minoletti, fortemente identitaria per il territorio e anche rappresentativa di eccellenze che hanno portato il nome della cittadina del Verbano in testa ai più prestigiosi concorsi caseari nazionali e internazionali. L’ultimo successo è di appena pochi mesi fa, quando ai formaggi dell’impresa agricola – che è altresì ‘Punto Campagna Amica’ – fu assegnato a Milano l’ambito premio Onaf ‘All’ombra della Madonnina’.

La serata è stata moderata dal giornalista Teresio Valsesia, grande conoscitore della montagna e della sua storia rurale: Valsesia ha introdotto un preciso inquadramento storico, marcando le differenze e l’evoluzione di un’agricoltura che, nei decenni, ha saputo svilupparsi coniugando nuove forme d’impresa ai principi della tradizione.

Di certo, come ha ricordato la stessa Piera Perli, “ne è passato di tempo, da quando si raggiungevano gli alpeggi coi piedi scalzi, senza alcun aiuto se non la propria forza di volontà e tanta, tanta passione per il lavoro”.

Forza e passione ci sono ancora: Piera e Renzo le hanno trasmesse al figlio Pietro Minoletti, oggi poco più che trentenne e impegnato nel reggere il futuro dell’impresa agricola: con obiettivi importanti, come lo sviluppo del caseificio direttamente sull’alpe.

Un futuro solido, insomma, che è l’ultima tappa di una scommessa lanciata quasi trent’anni fa, nel 1987, quando abbandonarono il negozio di macelleria in paese per acquistare un primo gregge di capre e intraprendere, così, l’attività diretta di allevatori e trasformatori. Oggi, oltre alle greggi, si contano anche una quindicina di capi bovini.

Massimiliano Ottone, membro di giunta Coldiretti, ha portato il contributo della federazione, ricordando l’attività ‘multifunzionale e di presiio’ che svolge l’impresa agricola, che è oggi un autentico punto di riferimento in Valle Cannobina: ciò, in particolare, per quanto riguarda l’attività di vendita diretta in seno al circuito di Campagna Amica, attraverso il punto vendita aziendale e i mercati. Un importante segno di contatto con il consumatore e, non da ultimo, una testimonianza verso il turismo di quanto di buono oggi il territorio dell’Alto Verbano e della Valle Cannobina possono offrire, in termini di gastronomia, storia e cultura locale.



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