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Il professor Luther ha parlato del referendum costituzionale

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato di Forza Italia Verbania, a margine della serata sul referendum costituzionale il cui relatore è stato il professor Jörg Luther, docente di Diritto pubblico all'Università del Piemonte Orientale.

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Il professor Luther ha parlato del referendum costituzionale
«Quel documento che ho firmato esprime un orientamento negativo ma non invita a votare no: non è compito di un docente di un'università pubblica dare indicazioni di voto. Se sono qui è perché l’Associazione dei costituzionalisti italiani ha chiesto ai propri membri di dare una mano all'informazione del popolo italiano».

È con questa doverosa premessa che ieri sera il professor Jörg Luther, docente di Diritto pubblico all'Università del Piemonte Orientale e uno dei 56 docenti di Diritto costituzionale firmatari del documento per il no alla riforma, si è presentato ieri sera ad un attento pubblico arrivato alla Famiglia studenti di Verbania per la serata di confronto e informazione sul referendum promossa dal Comitato Forza Italia Vco Dice No e dall'associazione Orizzonte Ideale.

Il prof. Luther tuttavia ha saputo con grande chiarezza evidenziare tutti gli aspetti che rendono quantomeno dubbiosa l’efficacia di questa riforma, a cominciare dal metodo con il quale è stata scritta: «Se questa è una nuova Costituzione allora non è corretto il procedimento scelto, perché è quello per modificare la Carta, non per riscriverla. Andava semmai convocata una Assemblea costituzionale. Ma questa è una nuova Costituzione? Questa riforma è come un aspirapolvere che toglie la patina depositatasi in 70 anni ma di cui non abbiamo la scheda tecnica e del quale non conosciamo il prezzo. Nessuno lo sa».

Uno dei punti su cui si poggia la propaganda del “sì” è il (presunto) contenimento dei costi: «Il Governo ha chiesto un parere alla Ragioneria generale dello Stato, che però non è mai stato divulgato – spiega il prof. Luther –. Si parla di un risparmio di 58 milioni di euro, meno di un euro all'anno per ogni cittadino. Solo il referendum costa invece, secondo la stima più bassa, 200 milioni». Altro punto: «Nella riforma si stabilisce che i consiglieri regionali non possono guadagnare più del sindaco della città capoluogo, ma oggi la loro retribuzione è stabilita con decreto ministeriale...». come dire: non serviva una riforma costituzionale per ridurre questo costo.

In questi giorni la campagna governativa è preponderante, per non dire martellante: «C’è una direttiva che dice che le autorità devono attenersi ad una informazione oggettiva, ad esempio inviando un documento che spieghi la riforma a tutti i cittadini almeno due settimane prima del voto, e che in questo documento sia riportato anche il parere delle forze opposte. Bisogna poi che il governo eviti una informazione unilaterale, mentre nelle TV e nelle radio (specie quelle pubbliche) le ragioni del sì sono rappresentate più del doppio di quelle del no».

La conclusione del prof. Luther è amara: «Comunque vada perde la Costituzione, perché non si è rispettata la scadenza del voto prevista dalla legge e c'è il rischio che tirandola per le lunghe il popolo perda interesse».


Nelle foto al centro il prof. Luther, a sinistra Marica Bernardini (referente del Comitato per l'Ossola) e Massimo Manzini (referente per il Verbano)
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