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Poste: code e chiusure, sindacati all'attacco

La situazione dei servi postali, e degli uffici in particolare quelli montani, continua a generare polemiche tra gli utenti. In un comunicato, il sindacato evidenzia alcuni problemi e indica una possibile soluzione trovata in Calabria.

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Poste: code e chiusure, sindacati all'attacco
A fine gennaio infatti il Tar del Lazio ha disposto la riapertura dell'ufficio postale di Redipiano a San Pietro in Guarano. La vicenda nasce con il ricorso presentato dal Comune di San Pietro in Guarano al Tar della Calabria contro la chiusura della filiale di contrada Redipiano.

Il Tar del Lazio, competente nel merito, ha accolto il ricorso, aderendo alla tesi difensiva proposta dall'avvocato Salvatore Alfano, di Cosenza, che ha dimostrato l'illegittimità della normativa ministeriale di riferimento per contrasto con il diritto comunitario, e in particolare con la direttiva 6/2008, recepita nel diritto interno con il decreto legislativo 58/11.

"A livello europeo, infatti - spiega il legale - si è pacificamente riconosciuto che le reti postali, anche in zone rurali e scarsamente popolate soddisfano interessi pubblici rilevantissimi, consentendo l'integrazione degli operatori economici con l'economia globale, ponendosi come fondamentale baluardo della coesione sociale, per cui la loro presenza è più necessaria laddove, proprio per la scarsità degli abitanti, mancano altre reti infrastrutturali. Tali principi erano, nei fatti, sinora assolutamente pretermessi nel nostro sistema nazionale, che attraverso il decreto ministeriale del 7 ottobre 2008, legava la presenza dei punti di accesso alla rete alla percentuale dei residenti, consentendo, quindi, la chiusura delle filiali poste in aree poco popolose, magari non remunerative sul piano economico, ma indispensabili sotto il profilo sociale".

Comunicato delle sigle sindacali:
Le poste centrali, che hanno la gestione delle code (sono i numeri che si prendono in entrata a Domodossola Romita, Gravellona, Omegna, Intra, Villadossola, Cannobio) offrono sempre nuovi spunti sull'italianità di alcuni servizi e la specializzazione nel gioco delle tre carte infatti le file sono 4 (fila A. servizi finanziari senza postamat fila E per servizi con postamat fila P per servizi dedicata alla corrispondenza fila C per i bollettini e f24) ma gli sportelli presidiati dall'operatore sono quasi sempre meno di quanti servano (soprattutto il pomeriggio obbligando gli operatori a tour de forze che protraggono anche di oltre un'ora l'uscita dal sevizio 21/21.30) TROPPA CARENZA DI PERSONALE NEL VCO.

Ecco la testimonianza messa in rete da un utente; e l'esempio lampante di come, con piccoli accorgimenti si riesce a peggiorare il servizio ed aumentare la fuga di clientela:

'Stamattina sono entrato e mi si è illuminato il viso quando ho visto che c'erano solo 4 numeri davanti a me. Non mi sembrava vero. Poi dopo circa mezz'ora dal mio ingresso il mio entusiasmo è scemato gradualmente. Qui regna una disorganizzazione che ha del paradossale. Situazione attuale circa 10 persone in attesa. Alle 10 una cassa doveva servire la fila A. servizi finanziari senza postamat ed una cassa fila E per servizi con postamat. Alle 10.15 sala piena ma la cassa A si chiude senza una non meglio precisata ragione. Nel frattempo le persone aumentano la fila P per servizi dedicata alla corrispondenza continua a sfornare numeri ma non c'è pressoché nessuno. Mi chiedo se sia normale... Ore 10.30 la pausa è finita ora torna operativa anche la fila A ... Ma giustamente serviamo la fila C per i bollettini e f24 mentre in sala mi sa che ci sono solo A.

Alla faccia dell'organizzazione. Oggi paradossalmente va ancora bene di solito si che c'è da ridere per non piangere... Tra code e scambi di battute poco cortesi per usare un eufemismo. Alla fine missione compiuta dopo 45 minuti di attesa per 4 numeri davanti al mio. Mentre da un lato P.I. promette che chiudendo gli uffici più piccoli si avranno più sportelli aperti nei centri cittadini dall'altro dispiace constatare che nella nostra zona così non è così; gli UP chiudono il personale se ne va (esodati, trasferiti e licenziati circa 54 negli ultimi 4 anni di cui solo 26 sostituiti ).

Il piano di chiusura UP del 2013, motivato in ragione della NON sussistenza di condizioni di equilibrio economico, non è stato ancora attuato e già si parla delle chiusure del 2014, ma qualche speranza c'è perché il sindaco di un comune piccolissimo ( San Pietro di Guarano Cosenza) si è rivolto al TAR con motivazione dell'eccesso di potere in virtù di una direttiva comunitaria che impone di dare rilievo anche alle esigenze degli utenti delle zone rurali e scarsamente popolate . Si tratta di una pronuncia assolutamente innovativa, anche perché è la prima decisione di merito relativa all'impugnativa della normativa ministeriale, che ha portato all'affermazione di principi difficilmente contestabili sul piano logico e giuridico, anche in periodi di spending review: gli interessi sociali non possono essere sottomessi all'esasperata ricerca dell'utile.

Naturalmente Poste Italiane farà ricordo al Consiglio di Stato, ma ora il precedente giuridico esiste. E su tale principio di 'utilità sociale', anche gli altri Comuni italiani che hanno visto chiudere i propri uffici postali POTRANNO FARE RICORSO.

Una notizia che rincuora sia il sindacato sia i sindaci ma, soprattutto la popolazione che ancora oggi con grandi sacrifici tiene viva la montagna. Però come la mettiamo con il personale che manca? Con le carenze provinciali che sfiorano il 20% degli applicati? Con gli uffici chiusi per carenza di personale, con gli sportelli dei centri più grandi chiusi per carenza di personale, con dipendenti obbligati a correre da un capo all'altro della provincia (anche 100 km al giorno AR) per garantire il servizio sempre per carenza di personale?

In un paese dove la politica si spartisce i gioielli di stato per la propria sopravvivenza e ogni azione di protesta viene bloccata mancano le armi ai lavoratori e a chi li difende, ma, la speranza di un piccolo Golia che faccia il lancio giusto è nei cuori di tutti i postali e solo con la trasparenza e l'unione delle forze avremo sicuramente qualcosa. C'è in atto una contrattazione nazionale per portare personale agli uffici postali mentre il tavolo provinciale di CGIL CISL UIL dei sindacati, unioni sindacali e categorie si riunirà prossimamente per continuare le azioni intraprese nei mesi estivi di sollecito autorità territoriali; dispiace solo che l'unica mancata risposta è stata quella del prefetto.

Anche se siamo in attesa di sportellizzazioni nel VCO ( portalettere passati dal recapito alla sportelleria) quello che serve sono assunzioni di giovani sia nel recapito sia nella sportelleria; GIOVANI locali che garantiscano continuità lavorativa e a cui si sono date troppe speranze negli anni passati con assunzioni a tempo determinato
Intanto la rilevazione sullo stress da Lavoro correlato eseguita dal medico legale Proff. Alberto Bellocco e dalla dottoressa psicologa Sarah Fontana è giunta alla fine è sarà presentato ai lavoratori e all'azienda il prossimo mese.

RSU RLS Belleri, Pisillo, Pizzi Righi, Mosca Campana
CISL Liana Righi
UILPOST Domenico Mosca
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