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"Cara Omegna, ti scrivo"

Gli studenti delle Classi 3A-3B-4A-4B-5A-5B del Liceo Scientifico dell’IIS P. Gobetti seguiti dall’Insegnante di Religione Cattolica don Gian Mario Lanfranchini scrivono tutta la loro voglia di “prendersi cura” di chi ha bisogno e ha già dato tanto.

Omegna
"Cara Omegna, ti scrivo"
Cara Omegna, ti scrivo
Come voi vi siete presi cura di noi, noi ci prenderemo cura di voi…

“La Repubblica riconosce i diritti inviolabili dell’uomo, (…) e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Riporta così l’art. 2 della nostra Costituzione; basterà leggere approfonditamente questo articolo per comprendere repentinamente che è necessario sperimentare uniti la nostra identità nazionale. Ed è per questo che ci rivolgiamo a te, cara Omegna.

Noi ti scriviamo. Noi ti scriviamo perché vorremmo rassicurarti e ricordarti, in questo momento così controverso, in cui la pandemia COVID-19 ha preso il sopravvento, come un leone inferocito, quanto siano importanti i nostri diritti: il diritto alla vita, alla libertà in tutte le sue forme, ma vorremmo invitarti a dedicarti anche a quei doveri, a noi tanto cari.
La nostra Nazione ha bisogno di solidarietà e, per riuscirci, dobbiamo restare uniti.

Abbiamo il dovere di tenere conto del bene dell’altro, abbiamo il dovere di restare a casa per rispettare tutti coloro che, come i medici, gli infermieri, le forze dell’ordine, continuano a lottare per migliorare; abbiamo il dovere di prenderci cura di tutti i nonni che ci hanno educato quando eravamo piccoli; ora tocca anche a noi avere premura di loro.

Abbiamo il dovere di impegnarci per una buona informazione; bisogna evitare di favorire forme di protagonismo, credere “a quelli che la sparano più grossa”, ma bisogna prestar fede solo alle fonti istituzionali come il Ministero della Salute o l’OMS, e non alle “chiacchiere da salotto”; abbiamo il dovere di utilizzare i nostri social non come un coltel! lo conficcato nella nostra piaga, ma come un cerotto da applicare sulla nostra pelle, utile in attesa che la nostra ferita guarisca.

Ascoltiamo la musica e le pause del nostro cuore e costruiamone la nostra melodia; oggi navighiamo in un ‘largo maestoso’ in cui respirare piano e a lungo, ma il nostro ‘allegro brillante’, quello in cui ci tufferemo quando ci riabbracceremo, sarà presto vicino se noi ci impegneremo, con tutti i nostri sacrifici, e se continueremo ad avere fiducia e speranza.

È questo il tempo in cui tutti noi riscopriamo la nostra umanità.

Gli alunni del Liceo “P. Gobetti” di Omegna



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