Infermieristica crollo di iscrizioni

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del sindacato Nursing Up, riguardante il crollo di domande per infermieristica.

Fuori Provincia
Infermieristica crollo di iscrizioni
Arrivano i nuovi numeri dell’emergenza infermieristica, che raccontano la drammatica disaffezione dei giovani verso la professione. Parlano chiaro e sono addirittura peggiorativi rispetto a quelli precedenti iniziali del Mur: nel 2025 le domande ai corsi di laurea di primo livello sono state 18.790 (a fronte di 20.409 posti), contro le 21.178 (a fronte di 20.435 posti) del 2024, con un calo secco di 2.388 iscrizioni, pari a al meno -11,3%. È la prima volta che il rapporto domande/posti scende sotto l’unità (0,9 contro 1,0 del 2024).

"Questo dato è di per sé sarebbe già gravissimo – dichiara Antonio De Palma (foto), presidente del sindacato Nursing Up –, ma il nostro studio mostra che la realtà è ben peggiore. Perché ai numeri iniziali vanno sottratte due tipologie di defezioni, che ogni anno colpiscono il percorso degli studenti: tra il 9% e il 14% di chi si iscrive non si presenta nemmeno al test; un ulteriore 20% abbandona il percorso di laurea in itinere”.

La sintesi del Nursing Up è lapidaria: su 100 giovani che fanno domanda, quelli che arriveranno alla laurea dovrebbero essere circa 66, ma una buona parte di loro sceglierà di non lavorare nel Ssn.

“Questo significa avere una grande e pesante ipoteca sul futuro – continua il presidente Nursing Up -. Significa reparti senza infermieri. E la tragica conseguenza di tutto ciò è il crollo della qualità dell’assistenza, a cui la politica pensa di rimediare con figure surrogate e inadatte, come quella dell’assistente infermiere, o con eserciti di infermieri stranieri, che non conoscono la lingua e che saranno investiti delle responsabilità professionali dopo poche settimane di corso di italiano, come già accaduto”.

L’indagine di Nursing Up prende le mosse dai recentissimi dati raccolti dall’autorevole report del professor Angelo Mastrillo (Docente in Organizzazione delle professioni sanitarie all’Università di Bologna). Tali dati, una volta elaborati e confrontati dal sindacato, confermano tristemente le rilevazioni degli atenei di Verona, Firenze, Torino e Trento dal 2022 a oggi: lo scarto iniziale tra domande e presenti effettivi ai test si attesta in media tra il 10% e il 12%.

Siamo di fronte a un’evidenza che, una volta applicata al dato nazionale anno 2025, comporta che l’aspettativa di partecipazione ai test, da parte dei candidati, è al massimo 16.200-17.100 unità. Se a questa cifra togliamo gli abbandoni attesi, che abbiamo sopra evidenziato tenendo conto dello storico, i laureati effettivi, fra tre anni, dovrebbero raggiungere a malapena le 13-14mila unità. Troppo pochi. Perché il fabbisogno reale è ben diverso!
UN “COLLASSO GENERAZIONALE” ANNUNCIATO

Ma vi è di più, perché tra il 2026 e il 2030 andranno in pensione oltre 66mila infermieri. Già oggi sono 20.379 quelli che hanno 66 anni (dati ufficiali Ragioneria dello Stato 2023) e che lasceranno il servizio entro un anno.



0 commenti  Aggiungi il tuo



Per commentare occorre essere un utente iscritto