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Ciclo d'incontri “Ul nòstar dialètt”

“Ul nòstar dialètt” è il tema di un ciclo di tre incontri promossi dal “Circolo del Pallanzotto” per sollecitare interesse e curiosità sulla storia del dialetto, suscitare apprezzamento per la sua ricchezza espressiva e invitare a riflettere sulla opportunità di assicurarne la sopravvivenza.

Verbania
Ciclo d'incontri “Ul nòstar dialètt”
Il programma, diffuso in questi giorni con l’apprezzata collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Verbania, prevede tre incontri nel tardo pomeriggio di sabato 31 gennaio, 14 e 21 febbraio p.v. nella sala Biblioteca di Villa Olimpia a Pallanza.

“Le prime popolazioni che hanno abitato la sponda piemontese del Lago Maggiore” è l’argomento del primo incontro, in programma appunto sabato 31 gennaio p.v. , tenuto dalla dr. Elena Poletti, archeologa, che farà una panoramica sugli aspetti salienti delle testimonianze archeologiche riferite alla tribù preromana insediata nel Verbano, i Leponti.

In seguito si soffermerà sull’età del ferro di cui, grazie ai ritrovamenti, si dispone di una messe di dati che ci mettono in grado di tracciare un quadro dell’economia e della società e, grazie alle iscrizioni ritrovate, di avere anche un’idea della lingua parlata.
La serata si conclude con la lettura di alcune poesie dialettali particolarmente espressive.

I due successivi incontri saranno dedicati espressamente alla storia del dialetto locale. In entrambe le serate verrà dato spazio ad interessanti dialoghi in dialetto curati da cultori del dialetto locale.

La serata di sabato 14 febbraio prevede in apertura un intervento della dr Elena Wetzel, studiosa di dialetti, che parlerà delle “Origini ed evoluzione del dialetto locale”. I dialetti della sponda piemontese del Verbano nascono dal latino dopo il crollo dell’impero in un territorio che, in epoca pre-romana, fu di lingua celtica.

Un’analisi attenta delle parole dialettali consente di scoprire anche gli apporti dovuti a successivi contatti con altre lingue.

Questo tema sarà oggetto in particolare, sempre nella stessa serata del 14 febbraio, dell’intervento del dr Silvano Ragozza, anche lui appassionato studioso di dialetti, dedicato a “Storie di parole e di cognomi”.

Ragozza parlerà delle sue ricerche sulla storia delle parole nelle lingue e nei dialetti che portano alla scoperta delle radici della comune cultura europea, mentre dall’esame dei cognomi diffusi nel Verbano è interessante risalire a particolari significati e distribuzione geografica.

L’intervento su parole e cognomi sarà preceduto da una conversazione in dialetto preparata da Carla Della Savina e Maria Grazia Parnisari sul tema dei “soprannomi” che fino alla metà del secolo scorso erano molto diffusi nelle comunità locali del Verbano.

Il ciclo si conclude sabato 21 febbraio con l’intervento del dr. Gianfranco Pavesi, Academia dal Rison di Novara, sul tema: “Dialetto quale futuro?”. Dopo aver recuperato la storia e scoperto la ricchezza e l’espressività delle lingue dialettali locali è giusto interrogarsi e riflettere sul possibile ruolo dei dialetti nel presente e futuro delle comunità locali.

Questo tema sarà sviluppato nell’intervento di Pavesi che partendo dai risultati di alcune indagini sulla “salute” del dialetto nell’Italia del Nord solleciterà una riflessione sul valore del dialetto ponendosi l’interrogativo che nasce spontaneo: sarà possibile salvarlo? Che fare?

Questa serata conclusiva verrà aperta con un dialogo in dialetto, interpretato da Giuliana Buggin e Claudio Loraschi, imperniato su alcuni temi di attualità resi significativi attraverso l’uso di termini particolarmente espressivi “dal nost bèll dialètt”.

Alcuni canti popolari verbanesi, interpretati da Nino Fasoli e i suoi amici, concluderanno la serata del 21 febbraio e il ciclo di incontri realizzato con il patrocinio del Comune di Verbania e la collaborazione delle Associazioni: Amici dell’Archivio di Stato di Verbania, del Museo del Paesaggio e della Società dei Verbanisti.

L’associazione IL PALLANZOTTO, il cui obiettivo è la conservazione e la promozione del patrimonio culturale locale, da alcuni anni si impegna in particolare nella valorizzazione della storia e del dialetto verbanese.

Vengono ripubblicati documenti, in particolare testi poetici dialettali, risalenti ai tempi in cui il dialetto era la lingua di comunicazione di tutti, intellettuali, operai, persone di alto prestigio sociale e gente del popolo minuto e promuove gli scritti di persone per le quali ancor oggi il dialetto è la lingua del cuore; nel 2010 il Pallanzotto ha sostenuto anche finanziariamente la pubblicazione, patrocinata dal Comune, del volume “Palanza e ul sò bèll dialètt”, glossario etimologico del dialetto di Pallanza e note sulla storia e la vita dei Pallanzesi, con riferimenti al dialetto e alla storia di Intra e delle altre frazioni.
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2 commenti  Aggiungi il tuo

Vedi il profilo di lady oscar belli i dialetti
lady oscar
27 Gennaio 2015 - 18:13
 
Ci sono cose che dette in dialetto sono più simpatiche e pungenti e risultano non offensive. Purtroppo ho in testa un miscuglio tra il mantovano di mio papà e l intrese di mia mamma., Col risultato che non 'possiedo' ne l uno ne l altro. Peccato.
Vedi il profilo di Graziella La nostra lingua
Graziella
28 Gennaio 2015 - 07:25
 
Peccato che il dialetto,va perdendosi . Per fortuna ci sono persone che , in tutti i modi lo promuovono . Le cose dette in dialetto ,hanno un sapore , che in italiano si perde .



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