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Premio "Beato Contardo Ferrini" i finalisti

Alla vigilia dell’atto finale del concorso, le vette sono raggiunte oltre che dal livello dei finalisti soprattutto dal tema ispiratore, che viaggia – come ormai da tradizione al “Città di Verbania” – su un piano fisico (la montagna) e metafisico (la spiritualità).

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Premio "Beato Contardo Ferrini" i finalisti
“Vette di vita – la montagna, il sacrificio, il gusto della vita e la conquista della Bellezza” è, appunto, il tema che gli autori in concorso erano chiamati a interpretare. Si partiva, dice Plinio Perilli presidente della giuria, dalla «montagna intesa insieme come salubre attività fisica ma anche ascensione spirituale, faticoso e orgoglioso rapimento estatico». Non tutti hanno saputo centrare in pieno quanto richiesto, ma cinque sono arrivati comunque in fondo a una selezione molto attenta.

La cinquina, nominata in rigoroso ordine alfabetico, comprende “Il cerchio bianco” di Jim Davidson e Kevin Vaughan (Piemme, 2012), “Mangart” di Andrea Gennari Daneri (Pareti & Montagne Edizioni, 2012), “Volevamo solo scalare il cielo” (Ed. Versante Sud, 2012) di Bernadette McDonald, “Il segreto della Montagna incantata” di Lucia Sandiano (Kimerik, 2012), “Montagne. Avventura, passione, sfida” a cura di Carlos Solito (Elliot Edizioni, 2012).

“Il cerchio banco” è tratto da una storia vera e si sviluppa sulla tragedia di un incidente in montagna, il dolore per la perdita dell’amico, il senso di colpa che ne scaturisce, la necessità di ritrovare un equilibrio e una dimensione personali nuovi.

“Mangart”, che è il nome di una montagna tra Friuli e Slovenia, è un libro che incede come un thriller ma che ha risvolti di romanzo psicologico, che indaga nel carattere del personaggio principale e nella sua anima.

Con “Volevamo solo scalare il cielo” rivive l’epopea degli scalatori polacchi che nel ‘900 sfidarono l’Himalaya con l’obiettivo reale, superando tutti i quattordici “ottomila” di quella regione, di avvicinarsi al Cielo e a ciò che rappresenta nell’immaginario collettivo.

È una favola quella che Lucia Sandiano racconta ne “Il segreto della montagna incantata”. Una favola con una principessa e il suo eroe che, come le favole che si rispettino, si conclude con un lieto fine.

In “Montagne. Avventura, passione, sfida” l’autore Carlos Solito raccoglie un’antologia di testi coagulati attorno all’alpinismo, ne recupera con un tono romantico le mille sfaccettature umane.

La selezione dei cinque finalisti è stata operata dalla giuria presieduta da Plinio Perilli e composta da Marco Botti, Marco Ferraresi, Lorenzo Scandroglio, Frate Zeno. Il nome del vincitore verrà svelato nella giornata conclusiva, il mese prossimo.

Il Premio letterario “Città di Verbania” è stato lanciato per la prima volta dal Comune di Verbania nel 2010. È alla sua quarta edizione e si rifà all’esempio di vita di Contardo Ferrini, insigne giurista ma anche profondo uomo di fede, nato nel 1859 – la prima edizione cade con il 150° della nascita –, morto a Suna di Verbania nel 1902 e proclamato Beato nel 1947.

Il primo vincitore è stato Marco Palmisano con “La gioia di un giorno qualunque. La presenza di Dio nel mondo”. Nel 2011 è stata premiata Patrizia Colombo e il suo “Liberi in carcere”, mentre l’anno scorso la giuria ha scelto “Lo sguardo oltre le dune” di Carla Perrotti e Fabio Pasinetti.



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