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“Italia mia Italia”

Un grido di amore e di rabbia, venerdì 7 marzo ore 20.30, presso il Teatro San Materno.

Canton Ticino
“Italia mia Italia”
Maddalena Crippa prova a immaginare e raccontare un’altra Italia, meno piagnucolona e piegata su sé stessa, pronta a prendere in mano le redini del destino e a ribaltare la situazione.

«L’Italia è una terra benedetta da dio e dagli uomini. È ancorata all’Europa, ma scende verso Sud. Lo dice bene il sociologo Franco Cassano nel saggio “Paeninsula”, in un brano che è al centro dello spettacolo: abbiamo la vocazione naturale a un crocevia tra popoli e religioni, potremmo farne una forza, essere una terra in cui si sperimenta l’incontro ecumenico tra i popoli. E invece abbiamo dimenticato la vita “dolce”, aperta agli altri, alla carezza, all’abbraccio. Non siamo mai stati uniti come storia, abbiamo dovuto adattarci, mitigando le differenze. Una qualità da riscoprire».
(Maddalena Crippa in un’intervista a Repubblica)


Non è un bel momento per l’Italia. Messo in ginocchio dalla congiuntura economica e attraversato da una profonda crisi politica, il Bel Paese vive un momento non proprio idilliaco. Con questa situazione si confronta e dialoga il primo spettacolo della seconda parte della quinta stagione al San Materno. Uno spettacolo che mette in luce le straordinarie doti attorali e canore di Maddalena Crippa.

Come spiega l’attrice stessa, la quale ha scritto di suo pugno il testo, tutto nasce «dal bisogno di reagire, di rompere l’immobilità rassegnata, il lamento continuo, la visione solo negativa e assecondare invece la voglia di spostare il fuoco, di ritrovare un’identità positiva del nostro essere italiani, di riconoscere la fortuna di vivere adesso, in questo tempo sbandato, per citare Ivano Fossati».

Gli spettatori potranno compiere un viaggio attraverso il Bel Paese, scaldato dalla voce di Maddalena Crippa, dal pianoforte e dagli arrangiamenti di Massimiliano Gagliardi e dalle atmosfere musicali evocate dalla Bubbez Orchestra.

Italia mia Italia è uno spettacolo che, in questo «tempo difficile, molto difficile per l’Italia», si propone come «una carezza che conforta», invitando ad un percorso in questa terra di santi, poeti e navigatori, passando quindi da Pier Paolo Pasolini e Lucio Battisti a Giacomo Leopardi, Toto Cutugno, Francesco Piccolo e Fabrizio De André; può capitare, lungo il tragitto, che Federico Fellini conviva con Sergio Endrigo, Franco Cassano con Battiato, la Gualtieri con Ivano Fossati, Farinetti con Domenico Modugno e Paolo Conte.

Dopo aver cantato gli anni Sessanta nello spettacolo “Sboom” e il Sud America in “Sud dell’alma”, la Crippa torna a mostrare le sue straordinarie doti canore, ma questa volta con un taglio più militante. Un’esperienza che il pubblico non potrà certo dimenticare.

La regia

La regia è a cura di Peter Stein, compagno di Maddalena Crippa: da anni vive con lei in Italia ed è stato insignito dei più grandi riconoscimenti a livello internazionale. È annoverato tra i più importanti artefici del teatro tedesco ed europeo nella seconda metà del Novecento, in particolare nel grande impeto creativo degli anni Settanta, per aver realizzato progetti monumentali e spesso in spazi inconsueti.
Nel 1970 ha fondato il collettivo teatrale della “Schaubühne am Halleschen” di Berlino Ovest, che ha guidato fino al 1985. Il gruppo, del quale han fatto parte interpreti d'eccezione come Bruno Ganz, Edith Clever, Jutta Lampe, Michael König, è rimasto nella storia del teatro per le messinscene trasgressive e corrosive rispetto alla struttura dello spazio teatrale e scenico.



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