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Decalogo per la sopravvivenza delle imprese familiari

Come gestire il passaggio generazionale. Non utilizzare il denaro dell'azienda per eventuali liquidazioni a soci. Costituisci un Patto di famiglia. Nomina manager capaci.

Baveno
Decalogo per la sopravvivenza delle imprese familiari
Dal sito: ilsole24ore.com

Non saranno scritte sulla pietra come i dieci comandamenti, ma le regole «d'oro» suggerite dall'Ascri (associazione per la prevenzione delle crisi d'impresa) per gestire il passaggio generazionale possono essere molto utili alla sopravvivenza delle aziende familiari italiane, ovvero la grande maggioranza del tessuto industriale del paese.

Il decalogo stilato dall'Ascri sarà presentato al convegno annuale dell'associazione, il prossimo 12 aprile a Baveno (Verbania) e punta a superare l'allarmante moria di imprese familiari durante i passaggi di testimone.

Appena il 31% arriva in salute alla seconda generazione e soltanto il 15% alla terza. «È un momento delicato soprattutto per le medie e piccole imprese - ha spiegato Claudio Pastori, presidente Ascri - ma non è estraneo nemmeno alle grandi». Il problema è spesso la volontà di gestire in autonomia il passaggio, senza ricorrere a esperti o manager esterni, o la scarsa preparazione ad affrontare la situazione.

Ecco il «pacchetto» di proposte suggerito dall'associazione:

1) La costituzione per tempo di un Patto Legale della famiglia scritto che stabilisca le regole legali: dalla gestione di potenziali conflitti alle retribuzioni dei membri di famigli impegnati nell'impresa.
2) Il Patto della famiglia dovrà altresì stabilire le regole fiscali: all'erogazione dei dividendi; dalla creazione di Holding familiari all'eventuale istituzione di Trust, Fondazioni ecc.
3) Non utilizzare i denari dell'azienda "a leva" per eventuali liquidazioni ai soci o ai familiari.
4) Complementare al Patto la stipula, a tempo debito, di strumenti assicurativi che garantiscano un sostegno finanziario nel momento del passaggio generazionale, in caso di liquidazioni, vendita o cessione di quote societarie ecc.
5) La nomina di un manager che accompagni la transizione: possibilmente una figura non aziendale competente, senza pregiudizi e con una visione strategica (a meno che non esista in azienda un manager dotato di know how, ma privo di interessi personali, indipendente e senza pregiudizi).
6) Per le piccole imprese, il commercialista storico può avere un ruolo rilevante.
7) L'imperativo di evitare l'indebitamento dell'azienda per eventuali liquidazioni di soci membri della famiglia o, peggio, la frammentazione della proprietà dell'azienda.
8) La salvaguardia dei posti di lavoro per i dipendenti strategici è importante per il futuro dell'impresa, che è un insieme di persone.
9) Le banche, attente all'indebitamento dell'azienda, devono saper ideare sistemi di finanziamento che non pregiudichino l'attività aziendale.
10) Non scartare aprioristicamente l'idea di appoggiarsi ad un "fondo" qualora non si individui un passaggio generazionale in grado di cavalcare la crescita.
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