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Coronavirus: cabina di regia provinciale

Il Presidente della Provincia del VCO ha convocato la Cabina di Regia che si è riunita in videoconferenza il giorno 10 aprile 2020 per monitorare l’attuazione del protocollo avendo come primo obiettivo quello di contribuire ad un ulteriore filtraggio contro la diffusione del virus.

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Coronavirus: cabina di regia provinciale
Si precisa che la Cabina di Regia opera come riferimento del territorio provinciale e, ferme restando le competenze dei partecipanti, ha il compito di sollecitare e recepire le informazioni provenienti dai soggetti che coordina.
L’emergenza si sviluppa con una concentrazione territoriale differenziata che non consente una uniforme contemporanea applicazione delle norme su tutto il territorio e di qui l’esigenza di sottolineare le problematiche ritenute prioritarie in ogni contesto.

Per favorire l’attuazione dei programmi si raccolgono informazioni sulle problematiche insorte così come su eventuali ritardi che, unitamente alle proposte, vengono inoltrate all’Unità di Crisi per la predisposizione delle misure operative che la stessa dovesse ritenere opportune.

ELEMENTI CRITICI
Non poche sono le situazioni critiche nelle RSA del nostro territorio e ove possibile diversi operatori si sono posti in auto isolamento presso le strutture nelle quali operano. Là dove non sia possibile tale problema deve essere risolto e si resta in attesa di indicazioni da parte della Unità di Crisi riguardo le modalità operative.

Viene inoltre posto come fondamentale il reperimento di dispositivi di protezione individuale, dei camici e dei tamponi in particolare e si registra la disponibilità di Confindustria Piemonte di contribuire alla soluzione di tale problema delle RSA previa segnalazione da parte delle stesse.

A.P.I. ha promosso la riconversione produttiva di ditte che potranno garantire disponibilità di sostanze disinfettanti di difficile reperibilità.

Le principali criticità da superare per diminuire i contagi emerse nella Cabina di Regia possono essere così sintetizzate:

· Gli spostamenti degli operatori e-o dei pazienti da una RSA all’altra.
· Gli spostamenti degli operatori dalle RSA alla propria famiglia
· Gli spostamenti degli operatori dalle strutture alle abitazioni richiedenti i servizi domiciliari. Coloro ai quali non sia stata appurata la negatività possono costituire rischio di contagio, in particolare quando si tratti di anziani, disabili e minori.
· Gli spostamenti temporanei dei degenti delle strutture RSA agli ospedali (ad esempio per le trasfusioni) con il rientro alle strutture RSA.
· E’ necessario che l’indagine sulla presenza del virus sia svolta “prima” dell’inserimento in struttura di qualsiasi soggetto.
· E’ necessario evitare nuovi ingressi nelle strutture salvo si tratti di soggetti che abbiano già svolto la quarantena. Gli operatori che sono entrati in contatto con un soggetto positivo devono effettuare con immediatezza il tampone e ciò vale sia per le RSA che per le strutture assistenziali e socio sanitarie.
· Il risultato dei tamponi è attendibile se riferito a soggetti in isolamento, la mobilità del personale infermieristico pare contraddittoria.
· La sostituzione del personale nelle strutture (art.4) qualora il risultato della effettuazione dei tamponi richieda la quarantena, pone il problema di poter garantire la quotidianità.
· Negli ospiti della RSA è necessario il controllo dei rialzi termici degli ospiti due volte al giorno per garantire la tempestiva raccolta di dati importanti per le diagnosi.
· La gestione di situazioni imprevedibili e improvvise, quale la scelta di ospedalizzare l’ospite o di mantenerlo nella struttura, necessita di un protocollo organizzato di modo che la gestione codificata eviti, soprattutto nelle strutture più
piccole, situazioni di incertezza che possono essere superate con il necessario supporto al personale di un protocollo.
· E’ opportuno che i tamponi sia sugli ospiti che sul personale delle RSA vengano effettuati direttamente nelle strutture stesse.
· E’ necessario prevedere che i farmaci possano essere prescritti dal Direttore sanitario in assistenza di medici di medicina generale che li prescrivano. Nei casi nei quali i medici generali non visitino i pazienti presso le strutture è necessaria la presenza di chi conosce i problemi atteso che ospiti non assistiti e non forniti di alimenti anche per un solo giorno possono andare incontro alla morte.
· Il contatto umano tra ospiti e familiari è un valore che va salvaguardato garantendo, qualora non vi sia altra possibilità, la attivazione di videochiamate.
· Secondo alcune strutture l’articolo 8 del Protocollo porrebbe in capo alle stesse responsabilità che non ritengono di loro competenza.
· Le strutture sottolineano la necessità anche in futuro di ricevere i pagamenti con puntualità, come sempre è stato garantito dall’ASL .

· Il Direttore Generale dell’ASL dopo una elencazione degli impegni sulle diverse problematiche di competenza e della situazione generale ricorda che grazie alle donazioni del territorio è stata recentemente installata ed è pronta per l’operatività una apparecchiatura per l’analisi dei tamponi che consente di velocizzare significativamente la procedura delle analisi. Invita quindi le RSA a mettere a disposizione infermiere in grado di effettuare direttamente i tamponi presso le strutture.
· L’esigenza di fornire assistenza adeguata può trovare risposta solo da una programmazione della formazione che non scavalchi i percorsi formativi e che sia predisposta da chi, lavorando sul campo , conosca le specifiche casistiche.
Problemi inaspettati che cambiano continuamente non possono essere risolti con la assunzione di personale senza esperienza.
· Ogni struttura nella nostra Provincia ha realizzato un piano per operare meglio in funzione delle sue caratteristiche. Pur non essendo ospedali, le RSA sono strutture presso le quali i pazienti collocati possono definirsi fragili. Serve un
meccanismo di coinvolgimento di tutta la catena al fine di creare una rete di servizi idonea a coordinare le diverse componenti in campo.

Nessuno oggettivamente poteva essere preparato a una emergenza di questa portata e la sottovalutazione, protrattasi per parecchi anni, riguardo le esigenze della medicina territoriale, richiede che in questo frangente ad essa si dedichi impegno. Ad iniziare dalla sorveglianza sanitaria degli operatori e dalla attuazione del citato meccanismo di
coinvolgimento di tutta la rete di servizi .

Il Presidente
Dott. Arturo Lincio
Documento firmato digitalmente ai sensi
del D.Lgs. 82/2005 s.m.i.



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