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"Lupo in Val Cannobina, Val Grande e Valle Intrasca"

Nella serata dello scorso 10 marzo, presso il Circolo di Cambiasca si è svolta una serata promossa dagli allevatori sul tema 'Lupo in Val Cannobina, Val Grande e Valle Intrasca'. Di seguito la nota degli organizzatori.

Cambiasca
"Lupo in Val Cannobina, Val Grande e Valle Intrasca"
Nella scorsa estate le zone di Valle Intrasca, Val Grande e Cannobina sono state una tra le zone del VCO maggiormente colpite da predazioni da lupi. Per questo, data la stagione di alpeggio imminente, gli allevatori  della zona hanno deciso di incontrarsi, interloquire con gli enti che hanno accettato il loro invito ed infine dare così importanti informazioni al pubblico presente.

La serata ha riscosso grande successo e partecipazione non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche tra escursionisti ed abitanti dei piccoli borghi montani: circa 150 le persone presenti.

Ad inizio serata diversi allevatori hanno illustrato le problematiche a cui sono stati sottoposti durante il periodo estivo in alpeggio, problematiche derivanti dalla presenza assidua di grandi predatori nelle zone di pascolo. L'impatto delle continue predazioni è stato descritto come devastante, tant'è che ha portato all'abbandono degli alpeggi in anticipo o addirittura alla vendita del bestiame.

Gli allevatori hanno spiegato l’impossibilità di utilizzare reti elettrificate per contenere il bestiame, data la conformazione del territorio montano nelle nostre zone e il fatto che durante gli attacchi questi recinti possano essere travolti dal bestiame in fuga e trasformarsi in una trappola mortale per gli animali stessi oltre che per i selvatici. Hanno poi illustrato le tante difficoltà riguardo alla detenzione di cani da guardiania, utili sì per tentare di tenere lontano i predatori, ma problematici con turisti ed estranei.

Alla presenza dei lupi sono legati anche la perdita di razze ovicaprine autoctone, il conseguente abbandono degli alpeggi, e la perdita di prodotti tipici locali quali formaggi e salumi.

...Sarà inevitabile, se questa situazione dovesse perdurare, assistere alla progressiva scomparsa dei piccoli allevamenti di montagna, ultimi baluardi della nostra cultura/tradizione contadina e lasciare il posto a quelli intensivi dove il benessere animale e la qualità dei prodotti aziendali non sono certo paragonabili!

Dopo gli interventi degli allevatori con le loro testimonianze dirette, sono intervenute anche diverse istituzioni. Coldiretti e Cia, alcuni Sindaci, il vicesindaco di Bannio Anzino Davide Titoli, il dottor Antonio Maida per ASL Vco e il capogruppo della Lega Alberto Preioni. Quest’ultimo ha riferito riguardo all’incontro con il ministro dell’Ambiente Picchetto Frattin, dicendo che la politica ha aperto nuovi spiragli per gli allevatori montani. Ha ricordato a tutti che ormai la specie in Italia non è più a rischio d'estinzione. Il primo passo è quello di declassare il lupo da specie super protetta in Europa, e che attualmente si potrebbero attivare le deroghe previste nelle direttive Fauna Flora Habitat. Anche sugli ibridi si può intervenire senza ulteriori attese.

È intervenuto anche il Comitato Salvaguardia Allevatori, con la presidente Gesine Otten e Lina Leu che hanno parlato della presenza dei lupi sul territorio provinciale illustrando sia i risultati degli ultimi monitoraggi ufficiali che le presenze di branchi riscontrati da chi vive sul territorio. È emersa la presenza di ben 7 branchi in provincia, testimoniati da avvistamenti. A questi si aggiungono altri lupi solitari o coppie, sia stabili che in dispersione. Si è inoltre parlato dell’incontro avuto a Roma con il ministro Lollobrigida, anche qui le prospettive preoccupanti la nostra categoria sembrano essere buone.

Il Dott. Maida ha illustrato agli allevatori i comportamenti corretti e l’iter da seguire in caso di predazione.

Gli allevatori a fine serata hanno fatto il punto della situazione: è emerso che, sia da parte di allevatori che della popolazione, c’è un forte desiderio di trasparenza, di un cambiamento netto nella politica di gestione dei gradi carnivori.

La priorità più grande resta comunque quella di un contenimento mirato ed urgentissimo. Meta mai persa di vista, che va ricercata a livello nazionale ed internazionale. Ad enti ed istituzioni locali si chiedono invece risposte immediate e supporto concreto:
Gli allevatori chiedono dei monitoraggi funzionali e che l'accesso ai dati sia immediato, o almeno avvenga prima di ogni stagione di alpeggio. Sarebbe più utile però una rete di SMS da diramare agli allevatori in modo da conoscere immediatamente gli avvistamenti di lupi e poter aumentare la sorveglianza degli animali.

Chiedono di avere un vademecum da seguire in caso di predazione e di avere una lista di numeri asl reperibili da poter chiamare.

In caso di impossibilità di intervento del veterinario asl chiedono di poter compilare Autocertificazione.
Inoltre ci sarebbe bisogno che ASL, Regione e Provincia collaborino fornendo cartelli che segnalino la presenza dei cani da guardiania laddove qualcuno dovesse decidere di utilizzarli ed illustrino il comportamento che i turisti devono tenere in loro presenza.

Servirebbe anche un'assicurazione comunitaria che la Provincia dovrebbe istituire per aiutare gli allevatori a coprire i costi degli eventuali danni che i cani da guardiania potrebbero causare...

Queste solo alcune delle richieste.

Si partirà tra poco per l'alpeggio ma in molti allevatori hanno già scelto di non salire più, rassegnati. Il rischio (che è più una certezza) di vedere i propri animali sbranati è troppo grande!

Non è accettabile che dei lupi assedino le greggi e le mandrie!



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