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Lavoro: previsioni VCO e Piemonte - 1° trimestre 2024

Primo trimestre 2024: indicatori pressoché in linea con le rilevazioni precedenti, anche se le aziende perdono un po’ di fiducia.

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Lavoro: previsioni VCO e Piemonte - 1° trimestre 2024
Nel VCO occupazione più o meno stabile, lieve calo del ricorso alla cassa integrazione, propensione a investire in aumento. A livello regionale tengono i servizi, la manifattura rallenta.

Primo trimestre 2024: le aziende associate ad Unione Industriale VCO coinvolte nella consueta indagine congiunturale periodica perdono un po’ di fiducia rispetto alla precedente analisi. I vari indicatori evidenziano una situazione di sostanziale equilibrio, tanto che gli scostamenti rispetto al periodo precedente non risultano significativi.

Per quanto concerne la variabile occupazionale, 8 aziende su 10 dichiarano ancora di voler mantenere inalterato il numero dei propri dipendenti, segno di una stabilità comunque garantita. Dopo l’aumento repentino di fine 2023, diminuisce la previsione di ricorso alla cassa integrazione guadagni, che scende dal 31,4% del trimestre ottobre-dicembre 2023 al 27,6% di gennaio-marzo 2024.

Il dato relativo alla produzione industriale, pur restando su valori negativi, torna a crescere: anche in questo caso, per 3 aziende su 4 la produzione si manterrà sui livelli dello scorso trimestre, mentre il 10% ne prevede un aumento.

Previsioni su ordinativi totali ed export: dopo che nei primi nove mesi dell’anno se ne è registrato un consistente calo, in particolar modo nel settore metalmeccanico, per il 1° trimestre del 2024 il dato si mantiene stabile rispetto al trimestre precedente per la maggioranza delle aziende, interrompendo così il trend negativo.

Quasi il 50% delle aziende intervistate pensa che i prezzi di materie prime, energia, logistica e trasporti rimarranno costanti rispetto al trimestre precedente, più del 40% prevede un aumento dei costi dell’energia e della logistica, mentre è atteso un assestamento della crescita di quelli delle materie prime.

Per quel che concerne infine il dato relativo alla propensione a investire da parte delle aziende dell’Unione Industriale del VCO, registriamo un ulteriore lieve miglioramento della situazione rilevata tre mesi fa: circa il 65% delle aziende interpellate (erano il 63% nel quarto trimestre 2023) dichiara di prevedere investimenti per il primo trimestre 2024, che il 17% degli imprenditori giudica “significativi”.

Passando all’analisi dei dati a consuntivo riguardanti il quarto trimestre 2023, migliora quello relativo al grado di utilizzo degli impianti, che si attesta al 79% nel quarto trimestre, mentre migliora leggermente l’indicatore relativo al carnet ordini: la percentuale di aziende che dichiara ordinativi superiori ai 3 mesi raggiunge il 34,5%.

Restano sui livelli della scorsa rilevazione i tempi di pagamento medi nel caso di rapporti tra privati, mentre diminuiscono considerevolmente nel caso di clientela rappresentata da enti pubblici.

Infine, diminuisce lievemente il numero di aziende che lamenta ritardi negli incassi, che si porta al 17% nel quarto trimestre 2023.

“La lettura dei dati della nostra indagine tra le imprese non ci esalta ma neanche ci delude – ha commentato il Presidente di Unione Industriale VCO Michele Setaro, che ha proseguito – i principali indicatori non fanno pensare a un trimestre di crescita, ma piuttosto di stabilità, che noi vogliamo interpretare come una salutare pausa di riflessione in attesa di successivi trimestri di sviluppo. Siamo fiduciosi che nel corso del 2024 il probabile calo dei tassi di interesse contribuisca alla ripresa economica e al rilancio degli investimenti; confidiamo anche nei fondi europei gestiti da Regione Piemonte, i cui primi bandi della nuova programmazione, pubblicati quest’anno, potranno fornire concreti aiuti alle nostre PMI, ad esempio, nell’attività di ricerca, innovazione e supporto all’export”.

A livello piemontese, i dati di dicembre confermano il peggioramento del clima di fiducia dell’industria, già anticipato negli scorsi trimestri. Tuttavia il dato complessivo è la sintesi di andamenti molto diversi, se non opposti, di manifattura e servizi. Nella manifattura le previsioni sono decisamente negative per produzione, ordini, export e redditività, in forte rallentamento rispetto a settembre. Nel comparto dei servizi il clima di aspettative è molto diverso, con indicatori ancora in zona espansiva e più robusti rispetto alla scorsa rilevazione.
La sostanziale tenuta degli indicatori a consuntivo esclude una vera e propria svolta recessiva, almeno nel breve termine.
Il tasso di utilizzo degli impianti e delle risorse rimane elevato sia nella manifattura che nei servizi. Non aumentano i ritardi negli incassi. Stabile il carnet ordini. Rallentano leggermente gli investimenti, lungo un trend cedente in atto da inizio anno. Per quanto riguarda l’occupazione, il dato aggregato non varia in misura rilevante rispetto a settembre, ma riflette un peggioramento della manifattura e un rafforzamento dei servizi.
A livello settoriale, nell’industria quasi tutti i comparti esprimono valutazioni negative. Il clima di aspettative è particolarmente sfavorevole nel tessile-abbigliamento, cartario-grafico, edilizia e manifatture varie. Rallentano anche metalmeccanica e alimentare. In crescita automotive, impiantisti, chimica, gomma-plastica, legno.
Per quanto riguarda il terziario, in tutti i comparti i saldi sono positivi e in rafforzamento rispetto a settembre; spiccano in particolare ICT, logistica e servizi alla persona. Fa eccezione, come già nei mesi scorsi, il comparto del commercio e turismo.
Torna ad ampliarsi la forbice dimensionale. Le imprese con oltre 50 dipendenti hanno attese positive; tra le più piccole prevalgono invece previsioni negative.

“La percezione delle imprese piemontesi per il primo trimestre 2024 segue le tendenze dell'ultima parte di quest’anno. L'aumento consistente e repentino dei tassi di interesse è un elemento che sta determinando evidentemente la riduzione degli investimenti, condizionando le aspettative per l’export, specie verso quei Paesi che sono grandi partner storici della nostra regione, e nelle cui filiere produttive le nostre aziende sono saldamente presenti ed attive. I dati sottolineano due punti importanti: la twin transition diventa centrale per lo sviluppo industriale del nostro territorio e il binomio prodotto-servizio deve diventare centrale per portare valore aggiunto sulle produzioni e buona occupazione. Auspichiamo che il lento rientro dell'inflazione porti ad una progressiva normalizzazione dei tassi e degli investimenti. A livello nazionale, è quindi più che mai urgente avviare un piano di politica industriale incardinato anche alla rimodulazione del PNRR attraverso le risorse del Repower EU destinate al piano Industria 5.0. Infine, per le imprese piemontesi è imprescindibile puntare sui giovani e sulle competenze per continuare a crescere nelle filiere, conquistare nuovi mercati e attrarre nuovi investimenti e insediamenti industriali” commenta Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte.



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