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FDI AN del VCO: stop agli sbarchi

Una delegazione di Fratelli d'Italia - AN del Vco, guidata dal portavoce provinciale Luigi Songa , accompagnata dall'On. Marco Zacchera, questa mattina ha deposto un mazzo di fiori al monumento sul lungo lago di Pallanza dedicato ai caduti nelle missioni internazionali, per dire subito STOP agli sbarchi.

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FDI AN del VCO: stop agli sbarchi
"L'Italia sta correndo un grave pericolo e bisogno dire subito STOP agli sbarchi e chiedere a gran voce un intervento a difese dei confini nazionali."

Di seguito il comunicato diffuso a livello nazionale.

Fermare il terrorismo

In Libia si è commesso lo stesso errore che è stato commesso in molti altri scenari simili, Iraq, Siria e altri Paesi: una politica di sgretolamento dei regimi esistenti con la convinzione poi di poter governare le diverse fazioni ribelli. In tutti gli scenari questa politica è stata fallimentare. In Libia le ragioni dell’intervento francese del 2011 (subito sostenuto da Obama e da Londra) appaiono ancora più bieche: dalla volontà francese e anglo-americana di scansare l’Italia dal rapporto privilegiato con la Libia per l’approvvigionamento energetico, al sospetto che l’azione di Sarkozy fosse diretta a sbarazzarsi della prova ingombrante dei fondi neri ricevuti da Gheddafi. Sull’argomento in Italia si è assistito ad una campagna mediatica tutta volta a spingere il governo italiano a schierarsi contro Tripoli. A partire dal Presidente Napolitano, che parlava di “risorgimento arabo”, agli editoriali di Scalfari, Ezio Mauro, Gad Lerner, oltre alle prese di posizione esplicite del Partito Democratico.

Qual è la situazione adesso? Tra mille fazioni e tribù, abbiamo due governi: quello legittimo, riconosciuto dalla comunità internazionale, di Tobruk, presieduto da Abdullah al Thani e sostenuto da Egitto e Emirati Arabi, e quello filo-islamico di Tripoli, guidato da Omar al Hassi, esponente dei Fratelli musulmani e appoggiato da Turchia e Qatar. Poi, sta crescendo con sempre maggiore forza la componente vicina ad Al Qaeda e all’Isis.

Senza isterismi, ripetiamo pacatamente quello che diciamo dal 2011: la situazione è grave e fuori controllo. E il pericolo per l’Italia è elevatissimo

Esiste il pericolo di tipo “tradizionale”, ovvero la possibilità di essere attaccati con missili e domani con azioni militari contro il territorio italiano, magari a Lampedusa, ma è assolutamente reale il pericolo che deriva dall’utilizzo dei profughi e degli immigrati da parte degli integralisti. Dall’inizio dell’anno, ci sono stati 58 sbarchi per un totale di 6.176 tra profughi e clandestini: +100% rispetto allo stesso periodo del 2014. La strategia è semplice: più sbarchi per creare caos. Ci sarebbero 500 mila profughi trattenuti dalle milizie per essere utilizzati come carne da macello in questa strategia contro l’Occidente.

Questo è il motivo per il quale, come Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, abbiamo chiesto lo stop all’accoglienza bloccando gli sbarchi dei clandestini finché l’Isis non sarà sconfitto.

L'Isis controlla le coste libiche e gestisce il traffico di profughi. Questo vuol dire che è l'Isis che decide chi viene decapitato sulla spiaggia e chi invece può imbarcarsi sui gommoni. Ma noi non possiamo consentire che dei terroristi facciano la selezione all'ingresso della nostra Nazione, perché è molto probabile che gli integralisti usino il traffico di disperati per far arrivare le loro cellule terroristiche.



Un’altra cosa che abbiamo chiesto al Governo Renzi e al finora inoperoso alto rappresentante della politica estera europea, Federica Mogherini, di porre immediatamente in discussione in sede Onu e Nato la necessità di un intervento militare volto a pacificare la Libia, condizione indispensabile per la nostra Nazione, non solo in termini di equilibrio geo-politico del Mediterraneo o di prevenzione del terrorismo, ma anche condizione essenziale per lo sviluppo economico ed il contenimento della spesa pubblica e privata.

Oggi infatti la bolletta energetica italiana è più cara del 18% rispetto alla media dei Paesi europei, comportando maggiori costi per le imprese, soprattutto quelle medie-piccole, minore efficienza e minore occupazione. Per sopperire a questa situazione, il governo di centrodestra aveva avviato una politica per differenziare il proprio approvvigionamento energetico, riuscendo a stringere accordi molto vantaggiosi con importanti sviluppi nel lungo-periodo con la Russia e con la Libia, ottenendo la possibilità di ridistribuire l’energia ricevuta nel resto d’Europa, ponendo così l’Italia in una posizione di grande forza contrattuale. Questo era la fotografia fino al 2011. Dopo 4 anni di commissariamento europeo della politica italiana, la fotografia è: perdita di queste due fonti privilegiate di approvvigionamento energetico, ritorno alla totale dipendenza dalla Francia, dagli Stati Uniti e dal Regno Unito.

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