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Successo per "La lingua segreta delle donne”

Un grande successo il concerto di Susanna Parigi “La lingua segreta delle donne” che si è tenuto domenica 5 marzo al Teatro Galletti di Domodossola.

Domodossola
Successo per "La lingua segreta delle donne”
Organizzato da Aido Valli Ossolane, Centro Servizi per il Territorio e Liceo per le Scienze Umane Antonio Rosmini, è un appuntamento ormai consolidato e atteso che si svolge in occasione della Giornata Internazionale della Donna.

Un momento di spettacolo che ha voluto essere l'occasione per lanciare messaggi importanti, dalle tematiche femminili sulle quali da sempre è impegnata la Parigi, a quell'estremo atto d'altruismo che è la donazione degli organi. Aido Valli Ossolane da sempre privilegia la musica e lo spettacolo come veicolo di divulgazione dei valori della donazione e condivisione di ideali e progetti.

“Nel ricordo delle emozioni vissute qualche anno addietro, in un meraviglioso 8 marzo con Susanna Parigi e i nostri straordinari musicisti, è nato l'entusia­smo per questa nuova proposta. Insieme, perché la bellezza dell'Arte unisce, perché la bellezza dell'Arte educa”, ci racconta Wanda Cecchetti, Presidente AIDO Valli Ossolane. Una serata che ha visto il Teatro Galletti gremito, segno non solo del valore dei musicisti ma anche chiaro riconoscimento del lavoro che AIDO Valli Ossolane ha portato avanti nella nostra provincia in questi anni.

Insieme a Susanna Parigi gli straordinari musicisti Roberto Olzer, Matteo Giudici, Nicola Stranieri e Michele Guaglio. Un quintetto affiatato la cui sintonia e passione è arrivata direttamente al pubblico che ha manifestato con lunghi applausi il proprio apprezzamento.

“La lingua segreta delle donne” è il quinto album di Susanna Parigi, ispirato dal Nu Shu,
(letteralmente "scrittura delle donne") che è stata la scrittura utilizzata segretamente nella Provincia dello Hunan dalle donne del popolo Yao dopo la conqui­sta cinese. Le donne, non abituate ad una società maschilista, svilupparono questo linguaggio, sconosciuto agli uomini, che veniva cantato durante le "riunioni” in cucina.

Attraverso il linguaggio, riuscirono a trasformare il loro quotidiano, fatto di isolamento e oppressione, in arte, generando così una sub-cultura tutta al femminile in una società patriarcale. Il Nu Shu aveva la funzione di rinforzare la so­rellanza, e di trasformare la vita quotidiana in una sorta di fuga colorata e profumata con­trapposta al grigiore e all'odore pestilento di un quotidiano, altrimenti, insopportabile.

Le canzoni del concerto, scritte dalla cantautrice fiornetina, hanno raccontato storie di donne, profonde ma anche ironiche. La voce dell’artista, con le sue tante sfumature, esprime una vasta gamma di sentimenti: dolore, ironia, riflessività. «Ho preso in prestito questa situazione di estremo dolore per scrivere di un malessere diverso, ma sempre presente nella condizione anche delle don­ne occidentali. Ho immaginato che alcune di loro andassero a depositare nella "Città senza porte" (una canzone del cd), un piccolo segreto, qualcosa che si fa fatica a dire».



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