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Imprese Vco: il 46% salda nei termini

Le imprese della Provincia di Verbano Cusio Ossola si piazzano al sesto posto in Piemonte in fatto di puntualità nei pagamenti.

Verbania
Imprese Vco: il 46% salda nei termini
Nel primo trimestre 2014 il 45,9% delle imprese della provincia ha pagato alla scadenza le fatture ai propri fornitori, mentre il 45,1% ha saldato con un ritardo fino a 30 giorni oltre il termine e il 9% con un ritardo superiore ai 30 giorni.

Una performance migliore sia della media regionale (41,9% di imprese puntuali) che di quella nazionale (38% di imprese virtuose). Si segnala però il peggioramento dei ritardi gravi, più che raddoppiati in 4 anni, passati dal 3,5% del 2010 al 9% attuale.

È quanto si evince dallo Studio Pagamenti 2014 realizzato da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese piemontesi nel primo trimestre 2014.

Nella classifica delle Province più puntuali nei pagamenti Biella si piazza al primo posto, con il 52,2% di imprese puntuali. Seguono Cuneo (49,1%), Asti (46,5%), Novara (46,5%), Vercelli (46,5%), Verbano Cusio Ossola (45,9%), Alessandria (41,1%). Chiude Torino, in chiara difficoltà con solo il 35,2% di imprenditori puntuali.

Nel primo trimestre dell’anno in corso il 41,9% delle imprese della Regione ha saldato puntualmente le fatture ai fornitori, mentre il 47% ha regolato i conti con un ritardo fino a 30 giorni dai termini concordati e l’11,1% oltre i 30 giorni.



8 commenti  Aggiungi il tuo

Vedi il profilo di Amelia ritardatari come i ladri
Amelia
11 Maggio 2014 - 11:40
 
...peccato che quel 9% ( che mi sembra poco) che supera i 30 giorni per SALDARE QUANTO DOVUTO, spesso lo supera di tanto, troppo, visto che si arriva a 3/6 mesi e ce ne sono anche tanti che, pur vivendo in maniera più che agiata lasciano passare anche più di 365 giorni per saldare i conti.
Questi disonesti, che metterei SULLO STESSO LIVELLO DEI LADRI, hanno la faccia tosta di girare con macchinoni ultimo modello ma non saldano i loro debiti con artigiani e fornitori che di questi tempi, arrivano a chiudere l'attività per mancanza di liquidi. VERGOGNA! VERGOGNA A CHI INTRAPRENDE LAVORI E NON PAGA L'ANTICIPO E NON SALDA IL CONTO A LAVORI ESEGUITI A REGOLA D'ARTE E TERMINATI. SIETE DEI LADRI!
Bisognerebbe fare come in molti paesi del Nord Europa: esiste un REGISTRO PUBBLICO DEI NON ADEMPIENTI, che qualunque artigiano può consultare prima di accettare un ordine da acquirenti e/o committenti. Su questi registri si leggono nome, cognome e importo dei suoi debiti. A TUTELA DEI CITTADINI ONESTI E LAVORATORI.
Invece in Italia, con quella Legge sulla Privacy prodotta per coprire gli inciuci di impostori, mafiosi e compagnia bella, si protegge la gentaglia a discapito degli onesti lavoratori.
VERGOGNA ANCHE AI LEGISLATORI, incompetenti o interessati.
Mi stupisce che grillini e/o sinistre non abbiano ancora pensato a un Registro Pubblico degli Inadempienti. AVETE IDEA DI QUANTO DENARO LIQUIDO IN PIU' circolerebbe se gli Inadempienti=Ladri pagassero subito quello che DEVONO? E la piccola economia comincerebbe a riprendersi! MEDITATE e, se ne avete il potere, FATE QUALCOSA!
Vedi il profilo di Marco si ma ... i nomi
Marco
11 Maggio 2014 - 12:58
 
sparare cosi non ha senso ... chi sono questi imprenditori?
perché non iniziamo a fare i nomi di chi ritarda?

altrimenti ricadiamo nel luogo comune che sono tutti ladri
Vedi il profilo di Amelia imprenditori insolventi
Amelia
12 Maggio 2014 - 07:25
 
Perché c'è una legge sulla privacy che permetterebbe all'insolvente di denunciare il suo creditore.
Perché non ci sono, allo stato attuale delle cose, garanzie che assicurano al creditore che gli si corrisponda quanto dovuto (la vendetta del debitore).
In Francia, ad esempio, se tu devi a me "x" euro e, scaduti i 30 o i 60 giorni pattuiti per il pagamento, non saldi, io posso andare nel mio comune di residenza, carte alla mano, e attivare la Polizia Municipale che fa un sollecito ufficiale (gratuito) prima di iscrivere il mio debitore sul Registro Pubblico degli Insolventi. Così, anche i piccoli debiti vengono saldati.
In Italia bisogna andare tramite avvocati, spendere un sacco di soldi, attendere mesi e mesi. E chi ci rimette è sempre il cittadino semplice.
Bisogna prima garantire protezione legale ai piccoli creditori, poi saltano fuori tutti i nomi.
Io personalmente ho l'abitudine di pagare "sull'unghia", come dal panettiere, ma conosco molte persone che "si vantano" di tirare in lungo prima di saldare. E non sono indigenti, anzi!
E UNA QUESTIONE DI MALCOSTUME, DISONESTÁ E ARROGANZA.
A queste persone ripeto: SIETE COME I LADRI PERCHÉ USUFRUITE DI UN BENE CHE NON VI APPARTIENE PERCHÉ NON LO AVETE PAGATO.
Vedi il profilo di Marco Insolvente
Marco
12 Maggio 2014 - 08:41
 
Dal sito del garante della privacy viene detto che è lecito comunicare i dati di insolvenza

http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/47009

Quindi a quale norma facciamo riferimento? Siamo sicuri non si possano fare i nomi?
Vedi il profilo di Amelia insolvenza
Amelia
12 Maggio 2014 - 15:29
 
comunicare i dati di insolvenza A CHI?
NON ESISTE UN'ISTITUZIONE O UN SERVIZIO PUBBLICO PREPOSTO a TUTELARE GRATUITAMENTE I CREDITORI di persone "allegramente" insolventi, un servizio EFFICIENTE IL CUI INTERVENTO abbia EFFETTO IMMEDIATO.
Fare i NOMI per cosa? Per i giornalisti a corto di argomenti?
Quello che serve è un SERVIZIO TALMENTE EFFICACE NEL SEGNALARE in maniera lecita e regolamentata GLI INSOLVENTI , da FUNGERE ESSA STESSA DA DETERRENTE.
A nessuno piacerebbe essere o essere stato iscritto a un Pubblico Registro degli Insolventi.
Mi spiego?
Quando i nostri Legislatori diranno " cari italiani, abbiamo istituito il Registro Pubblico degli Insolventi", tanto per cominciare ci sarà un po' più di gente che rispetterà i termini di pagamento e i ritardatari irriducibili, invece, avranno un nome e cognome reso pubblico.
Sul Registro, non su un blog o in pasto ai giornalisti.

Vedi il profilo di Marco urlare non serve a nulla
Marco
12 Maggio 2014 - 17:15
 
Amelia non fai altro che urlare, ma sei la prima a non fare nulla.

Nessuna prova, nessun nome, nessun dato, nessuna circostanza. Risultato: risulti poco credibile.

Non si puo' avere un'istituzione per qualsiasi cosa. Basterebbe poter fare i nomi e tutto finirebbe.
Ci sono molti modi per fare i nomi in modo anonimo o per farli fare a qualcuno in grado di diffondere l'informazione.

Se l'illusione di avere un registro pubblico degli "insolventi" pensi che possa risolvere il problema, si vede che non hai mai fatto un recupero crediti o non hai mai avuto a che fare con aziende che cambiano ragione sociale ogni anno.

Le banche usano il registro dei protestati. Qual'è l'effetto? Quello che sono i poveracci che finiscono alla gogna, i "furbetti" la scampano sempre.

L'unico modo per avere sempre un debito pagato è quello di farsi pagare prima di effettuare la prestazione.

Non puoi pagare? Non lavori con me.

Qualsiasi sito di commercio elettronico lavora così, qualsiasi negozio al dettaglio lavora così.

Portiamo questa semplice pratica ovunque e i problemi sugli insoluti si risolveranno, e i furbetti spariranno senza bisogno di qualsiasi tipo di registro o gogna mediatica.

In aziende che conosco, questa pratica ha permesso di azzerare completamente gli insoluti.
Vedi il profilo di Amelia insolvenza e risposta a Marco
Amelia
13 Maggio 2014 - 13:51
 
A costo di ripetermi, non è su un blog né per rendermi credibile ai tuoi occhi che intendo rendere pubblico il nome degli insolventi.
I creditori e gli insolventi sanno che ciò che dico è vero.
Per fortuna non sono io la creditrice ma solo la spettatrice indignata del dramma intitolato " sfruttamento dei neolaureati e/o dei giovani artigiani".
Cose che vedo quotidianamente molto da vicino, fatti, insomma.
Sarebbe bello poter ottenere sempre i pagamenti anticipati ,come si fa con il commercio online, ma non sempre è possibile.
Quando sono lavori o interventi su misura, a domicilio ad esempio, è impossibile.

Vedi il profilo di Marco Concretezza
Marco
13 Maggio 2014 - 15:18
 
La concretezza di un'affermazione si puo' basare anche sul semplice fatto.

Faccio degli esempi:

Un fatto vissuto è: un'azienda artigiana che ha un debito con te, lo stato ti riconosce la ragione, varie sentenze ti riconoscono la ragione, l'ufficiale giudiziario va dall'artigiano a pignorare dei beni, ma non prende nulla dicendo che l'azienda non ha nulla. Poi l'azienda continua a lavorare e tu ti chiedi: ma come fa a lavorare se non ha nulla? Rimandi l'ufficiale giudiziario, che pignora dei beni, ma vieni successivamente denunciato perché i beni sequestrati non sono dell'artigiano, ma di un suo dipendente.

Un altro fatto potrebbe essere un altro artigiano che, quando viene a farsi pagare porta un foglio di carta anonimo con scritto l'elenco dei pezzi e un totale.

Un altro fatto potrebbe essere una ragazza presa a progetto che, il giorno in cui se ne va, cancella tutto il lavoro svolto durante il contratto a progetto.

Questi sono fatti, dire "qualcuno non paga e gira col macchinone vantandosi che non paga", capisci che non è un fatto, ma uno sfogo?



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