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Comitato Salute VCO: "Non abbiamo cambiato idea"

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del Comitato Salute VCO, che torna sul futuro della sanità provinciale.

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Comitato Salute VCO: "Non abbiamo cambiato idea"
Non abbiamo cambiato idea e ci teniamo a scriverlo chiaramente per evitare che qualcuno, dopo aver letto questo comunicato, si lasci andare a strumentalizzazioni o a meschine speculazioni.

Si, siamo tornati a dover difendere l’ospedale Castelli. Non certamente per becero campanilismo che non ci è mai appartenuto, ma perché riteniamo che il bene comune di tutta la comunità provinciale, da sempre al centro della nostra azione, sia pesantemente minacciato.

Siamo ancora favorevoli alla realizzazione di una santità territoriale efficiente finalizzata alle necessità del cittadino,come pure alla realizzazione di un ospedale baricentrico che metta fine non solo ad un dispendio di risorse ed ad un “turismo sanitario” intollerabile, ma che dia una assistenza ospedaliera dignitosa ad un territorio ancora attraversato da guerre di campanile. In questo siamo in sintonia sia con la maggioranza dei Sindaci del VCO sia con il mondo medico e le associazioni economiche e sociali del territorio che più volte hanno espresso il loro favore.

Stupisce ancora oggi che di questo consenso, ottenuto con gli strumenti propri della democrazia, se ne sia fatto strame per una stupida “questione di principio”, la più pericolosa, nata nell’ultima campagna elettorale che ha messo fine ad un progetto che nella sua razionalità portava vantaggi a tutto il territorio provinciale. Ciò che si sta prospettando non può certo lasciare tranquilli anzi, la reiterata riproposizione di una “privatizzazione” dell’ospedale di Verbania è quanto di più assurdo si possa immaginare, ma viene perseguita senza vergogna.

Lo svuotamento in atto del Castelli di Verbania, complice la pandemia, è sotto gli occhi di tutti e fa parte di questo sciagurato disegno. D’altra parte il nostro rappresentante in Consiglio regionale non ha mai fatto mistero della sua preferenza ad un Castelli privato. Chi crede alle sue verbali smentite sbaglia. Perché non le mette per iscritto?

Se il nuovo ospedale in Ossola rimane un sogno, non resta che puntare su un ampliamento del S.Biagio, come dice lui e come recita la delibera regionale dello scorso giugno, licenziata in tutta segretezza.
Riteniamo a questo punto che non sia più rimandabile una presa di posizione di tutte le formazioni politiche, soprattutto quelle che nell’ultima campagna elettorale si sono spese a difendere l’ospedale di Verbania , affinché il Castelli ritorni ad essere operativo come lo era prima della pandemia.

Non si possono lasciare i 100mila cittadini del Cusio e del Verbano senza un riferimento ospedaliero, quindi come diciamo da tempo, sono in primis i Sindaci ed i loro Consigli comunali che queste formazioni politiche rappresentano, che devono avere un ruolo attivo. Una responsabilità “politica” alla quale non si può sfuggire. Questa è una lotta per il diritto alla salute di un territorio, non una stupida storia di campanile.

Pensare poi che un privato possa prendersi cura della salute dei cittadini sostituendosi alla sanità pubblica, non solo è miopia, ma malafede. Nessuno dovrebbe avere dubbi dopo aver visto i disastri provocati dalla privatizzazione della sanità in Lombardia venuti alla luce nel corso della recente pandemia. Il primo obbiettivo del “privato” è il profitto, non la salute dei cittadini e pensare che si debba trarre profitto dalle cure sanitarie è perlomeno fuorviante. I cittadini hanno diritto ad “sistema salute” efficiente, e il “privato”, che vive di soldi pubblici, non può garantirlo. L’art. 32 della Costituzione italiana non può e non deve essere piegato ad interessi privati.

Si obietterà che la sanità pubblica è spesso inefficiente ma si dimentica che vi è stata una strumentale riduzione delle risorse a renderla tale, ma soprattutto che la migliore organizzazione può essere resa inefficiente solo da coloro che la gestiscono. Non vi sono altri motivi.



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