Il BLOG pubblico di Verbania: News, Notizie, eventi, curiosità, vco : Verbania : Politica

Comitato Salute VCO: "Qualcosa si muove"

Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato del Comitato Salute VCO, riguardante l'ordine del giorno in Consiglio Comunale presentato da Insieme per Verbania e Prima Verbania, sul su futuro dell'Ospedale Castelli.

Verbania
Comitato Salute VCO: "Qualcosa si muove"
Da mesi si batte sullo stesso chiodo, finalmente qualcosa si muove. Registriamo con favore l’ordine del giorno presentato in Consiglio comunale a Verbania da parte del gruppo di minoranza a cui speriamo possano aderire, pure con gli inevitabili distinguo tutti i consiglieri comunali. È il primo atto concreto in seguito al quale auspichiamo una presa d’atto di altri Consigli comunali del territorio a dimostrare chi la minacciata chiusura del Castelli come ospedale pubblico generalista non riguarda solo Verbania ma un territorio popolato da 100 mila cittadini per i quali il Castelli è un riferimento importante.

In questi mesi abbiamo assistito a tutta una serie di proposte (anche un po’ fantasiose) sulla ristrutturazione ospedaliera del VCO che, secondo i proponenti, dovrebbero risolvere i problemi indotti dalla pandemia. Si dimentica però di considerare che la pandemia ha messo in evidenza quanto una sanità territoriale efficiente può fare in casi come questo. È sotto gli occhi di tutti quanto è successo in Lombardia che negli anni ha smantellato questa importante branca sanitaria e che ha pagato un prezzo enorme in termini di vittime nel 2020. Quindi (come diciamo da sempre), bisogna dare la priorità al territorio, costruendo un sistema sanitario che parta dalle esigenze del cittadino. L’ospedale è una conseguenza naturale a tutto ciò.

Ma torniamo agli ospedali. C’è chi sostiene la necessità di due ospedali generalisti, chi propone di potenziare l’ospedale plurisede attuale e chi, come recita il documento presentato in Consiglio comunale a Verbania ne considera tre, includendo anche il COQ.
La prima opzione non solo è improponibile per questioni di vetustà edilizia e per i costi indotti, ma semplicemente non può avere futuro. Secondo gli standard stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in nessuno dei due nosocomi si raggiungerebbe una casistica tale da considerarli sicuri. Si può pensare a qualche medico che accetti questa situazione e qualche paziente consapevole dei pericoli sia disposto a correrli? Sarebbe assurdo, no?

La seconda opzione è sorprendente, perché fra l’altro non tiene conto di ciò che la pandemia ha provocato sulla mobilità dei pazienti e, soprattutto sulla efficienza nervosa del personale sanitario coinvolto, ma che con la presenza di una sola struttura avrebbero potuto lavorare meglio e con meno stress.

La terza opzione contenuta nell’ordine del giorno più sopra citato, contiene certamente la richiesta di ripristinare una situazione organizzativa del Castelli (come da tempo noi sosteniamo e promuoviamo), ma non ci trova d’accordo sull’attenzione riservata al COQ.

Il COQ è a tutti gli effetti una clinica privata, pur in presenza di una maggioranza formale pubblica. Non è un ospedale generalista e se lo si vuol far diventare, bisogna investire, far uscire il privato e quindi si ritorna alla prima opzione più sopra illustrata. Nel corso della pandemia, salvo qualche ricovero opportunistico, non ha mai smesso la sua attività programmata, e i due posti di rianimazione supplementari assegnatigli dall’ASL nell’ottobre scorso non si sono potuti attivare semplicemente perché la rianimazione è funzionale all’operatività interna e non è strutturata per operare 24/24 e 7 giorni su 7. Tenuto conto che sono i soldi pubblici, quindi i nostri, a tenerlo in funzione, sarebbe necessario fare qualche riflessione in proposito.

Questa è la realtà con la quale fare i conti e non saranno certo improbabili ampliamenti edilizi decisi in riunioni “carbonare” o ignorare l’esiguità delle risorse finanziarie disponibili, a cambiarla.

Il vertice regionale, anziché barricarsi un uno sdegnoso silenzio, ne prenda atto. Urgono decisioni improcrastinabili ma non per soddisfare le ambizioni politiche di qualche “ras” locale o le manovre occulte di qualche peso … massimo in cerca di un nuovo futuro politico, ma dare corpo ai veri interessi dei cittadini.

Va da sé che non si può iniziare questo percorso progettuale se non si ripristina prima l’operatività ante Covid del Castelli di Verbania. Queste sono le aspettative dei cittadini. Aspettiamo perciò atti concreti.



2 commenti  Aggiungi il tuo

Vedi il profilo di robi Lombardia...
robi
15 Gennaio 2021 - 08:16
 
Quando parlate della sanità lombarda sciacquatevi la bocca. 100.000 fuori regione che ogni anno si facevano curare. La sanità vs rafforzata territorialmente e c affiancata all'eccellenza delle strutture. ()
Vedi il profilo di SINISTRO 1Re: Lombardia...
SINISTRO
15 Gennaio 2021 - 15:23
 
Ciao robi appunto, la pandemia anche in questo caso ha fatto emergere un punto debole: una sanità distribuita sul territorio in modo disomogeneo, smantellata territorialmente dal c.d. modello formigoni, che l'ha trasformata in un affare privato dimenticandosi, anzi mettendo in secondo piano, l'apparato pubblico. Purtroppo anche le altre regioni hanno fatto altrettanto con la medicina territoriale. Quindi, il tuo consiglio vale in primis per la Lombardia, sperando che, d'ora in poi, abbia imparato la lezione..... D'altronde, anche il recente rimpasto della giunta regionale, con la sostituzione dell'assessore alla sanità, è una conferma di un fallimento annunciato!



Per commentare occorre essere un utente iscritto
×
Ricevi gratuitamente i nostri aggiornamenti