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Negozi e ristoranti nella morsa della crisi

Non è solo più l'industria ad essere investita, ora soffre tutto il settore del commercio, persino la grande distribuzione. Fatturati in calo, credit crunch e chiusure di numerosi esercizi. Torino, Vercelli, Biella e Vco le province più colpite.

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Negozi e ristoranti nella morsa della crisi
Da www.lospiffero.com/ :

La crisi non fa sconti a nessuno. Se a soffrire maggiormente è l’industria manifatturiera, a patirne i colpi sono anche negozi e ristoranti.

È quanto emerge dall’indagine congiunturale sui settori del commercio e della ristorazione relativa al IV trimestre 2012, realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali, che per la prima volta affianca la consueta rilevazione sul settore industriale un’analoga analisi sul commercio al dettaglio in sede fissa e sulla ristorazione.

Esercenti, bar e ristoranti hanno registrato una contrazione di fatturato dello 0,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La flessione risulterebbe ancora più intensa se valutata al netto della componente inflattiva: nel periodo ottobre-dicembre 2012, infatti, i prezzi in Piemonte sono cresciuti del 2,6% rispetto al corrispondente periodo del 2011.

«Le difficoltà che le imprese piemontesi stanno affrontando toccano con evidenza anche il settore del commercio e della ristorazione. A soffrire sono sia le strutture di vendita medio-grandi, sia i piccoli esercizi di vicinato che hanno il compito di presidi del territorio - sottolinea Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere Piemonte - anche attraverso questa nostra nuova indagine, l’obiettivo delle Camere di commercio è quello di lanciare un grido dall’allarme a tutti gli attori istituzionali: dobbiamo trovare nuovi strumenti per sostenere la domanda interna, aumentando il potere d’acquisto delle famiglie piemontesi e innescando un meccanismo di fiducia nell’intero sistema economico».

Dall’analisi delle categorie merceologiche emerge che gli esercizi commerciali appartenenti al dettaglio tradizionale, esercizi di vicinato, hanno realizzato nell’ultimo trimestre 2012 un incremento del fatturato dello 0,8% rispetto allo stesso periodo 2011, mentre quelli della grande distribuzione organizzata, medie e grandi strutture di vendita, ne hanno scontato una diminuzione tendenziale dell’1,9%.

In particolare, per quanto riguarda gli esercizi di vicinato, si rileva la flessione del fatturato scontata dal settore dell’abbigliamento (-0,6%) a cui si affianca il risultato solo debolmente positivo dell’alimentare (+0,9%). Risultati migliori si registrano, invece, per gli esercizi di vicinato che operano nella vendita di prodotti legati alle sfere della cultura e del tempo libero (+1,9%), dei prodotti per la casa e Ict (+3,2%) e degli altri prodotti (+2,8%).

Le province di Alessandria, Novara e Cuneo hanno realizzato incrementi tendenziali del volume d’affari generato dalle rispettive imprese dei settori del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione dell’1,5%, 0,8% e 0,5%. Asti ha registrato una variazione nulla, mentre nelle restanti province il fatturato è diminuito: dal -0,8% di Torino e Vercelli al -4,3% del Verbano Cusio Ossola passando per il -3,3% di Biella.

La flessione del volume d’affari si accompagna a un giudizio tutt’altro che positivo fornito dagli imprenditori intervistati in merito all’andamento degli ordini ai fornitori. Oltre il 64% degli intervistati ne ha dichiarato una flessione, solo il 7% un aumento generando, così, un saldo di opinione negativo per ben 58 punti percentuale.

La complessità del quadro congiunturale trova conferma nelle difficoltà di accesso al credito bancario, fronteggiate dal 34% circa delle imprese intervistate: il 62% delle imprese che accusa tali difficoltà lamenta tassi più onerosi, il 56% limitazioni nell'ammontare dei crediti erogabili, il 45% maggiori garanzie reali richieste da parte delle banche.
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