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Accogliere la diversità: AGAPO risponde ad ARCIGAY e AGEDO

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell'Associazione AGAPO, in merito alle polemiche sorte dopo l'incontro dal tema "Accogliere la diversità", svoltosi recentemente a Villa Giulia.

Verbania
Accogliere la diversità: AGAPO risponde ad ARCIGAY e AGEDO
Nel comunicato stampa rilasciato da Arcigay e Agedo in merito all’incontro tenutosi la sera del 9 maggio presso Villa Giuliana con il tema SCUOLA PER GENITORI: “COME ACCOGLIERE LA DIVERSITA' è stata descritta la nostra associazione di Genitori e Amici di Persone Omosessuali (AGAPO) come organizzazione che sostiene le terapie riparative dell'omosessualità, l'omosessualità come disturbo o malattia.

Innanzittutto teniamo a precisare che la nostra associazione non ha mai considerato l'omosessualità come malattia. Non lo crediamo, né riteniamo tale questione particolarmente rilevante per il bene dei nostri figli.

Molte persone convivono in tranquillità con la propria attrazione erotica verso lo stesso sesso, altri provano – e non sono pochi – disagio. Un disagio che l’OMS ha identificato con il codice F66.1 della Classificazione Internazionale delle malattie, al fine di garantire loro la libera scelta terapeutica.

In questo contesto si inquadra anche la famigerata “terapia riparativa”, come uno tra i vari approcci terapeutici al riguardo. (Si chiama “riparativa” non perché intenda riparare la persona, bensì – secondo un approccio psicoterapeutico piuttosto classico – riparare un trauma infantile).

Prendiamo atto che questo diritto della persona omosessuale non piace a tutti, ma in una società democratica la stessa discussione attorno a un simile punto è quanto mai fuori luogo. Il desiderio di governare o cambiare il proprio orientamento sessuale va rispettato e non denigrato come desiderio esclusivamente indotto da una società etereosessista o omofoba; una società che in generale, – a nostro avviso e a quello di tanti omosessuali – oggi omofoba non è.

Ciò che invece ci sta più a cuore è il rapporto con la malattia e con il diverso in sé: quando si ripete con tanta insistenza e modo spesso con tanta aggressività che “l'omosessualità non è una malattia”, come se la malattia stessa fosse un’offesa, come può sentirsi chi è realmente malato o portatore di una disabilità? Il diritto a non essere stigmatizzati infatti vale per tutti e i genitori di AGAPO ritengono che tutti i figli abbiano il diritto di essere amati, non solo quelli belli, sani e felici.

Questo è stato a nostro avviso lo scopo dell’intervento della pedagogista al convegno del 9 maggio a Villa Giulia. Purtroppo non è stato compreso da tutti.

Michele Gastaldo (AGAPO)




7 commenti  Aggiungi il tuo

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Arcigay Nuovi Colori
22 Maggio 2013 - 12:14
 
Agapo e il cambiamento di orientamento sessuale: falsità, ideologia e pregiudizio. Sono queste le persone e le teorie che le Istituzioni vogliono promuovere?
“Qualunque trattamento mirato a indurre il/la paziente a modificare il proprio orientamento sessuale si pone al di fuori dello spirito etico e scientifico”


Per rispondere all'insieme di pregiudizi e distorsioni che Agapo propone è sufficiente visitare il loro sito nel quale asseriscono tutto quanto è sostenuto nelle teorie riparative:l'omosessualità non porta ad essere felici, le relazioni omosessuali durature e felici non esistono, l'amore tra omosessuali non può essere paragonato a quello eterosessuale, solo l'amore eterosessuale è vero amoreperchè è incontro dell'altro diverso da sé per questioni di genere. Agapo propone proprio i libri di J. Nicolosi ideatore e sostenitore delle teorie riparative. La loro stessa nota parla di cambiamento di orientamento sessuale, ego-distonia e altre distorsioni della realtà.

L'omosessualità ego-distonica è prodotta dal pregiudizio sociale. Ovvero una persona non si accetta come omosessuale a causa della società in cui viviamo e delle sue forme di pregiudizio e discriminazione. Qualunque orientamento sessuale ego-distonico deriva dalla non accettazione di sé e l'unica forma terapeutica possibile èaiutare il paziente ad accettarsi (come riportato, tra i moltissimi altri, da Antonella Montano in Psicoterapia con pazienti omosessuali, 2009). Esiste poi la bisessualità, totalmente ignorata perché probabilmente scomoda e allo stesso tempo semplice e fondata risposta alla storia di molti che hanno provato o provano attrazione per lo stesso e l'altrui sesso.

Ma desideriamo rispondere non con le nostre sole parole ma con quelle della comunità scientifica dicendo ancora una volta che “le più importanti associazioni scientifiche e professionali internazionali, come l’American Psychological Association e l'American Psychiatric Association, raccomandano di astenersi dal tentativo di modificare l'orientamento sessuale di un individuo e (come recentemente ribadito dal Report of the Task Force on Appropriate Therapeutic Responses to Sexual Orientation dell’American Psychological Association, Washington, D.C., 2009) affermano che le terapie di “conversione” o “riparazione” dell'omosessualità sono basate su teorie prive di validità scientifica e non hanno il sostegno di ricerche empiriche attendibili. È nostro dovere affermare con forza che qualunque trattamento mirato a indurre il/la paziente a modificare il proprio orientamento sessuale si pone al di fuori dello spirito etico e scientifico che anima le nostre professioni, e in quanto tale deve essere segnalato agli organi competenti, cioè agli ordini professionali.” come affermato da più di 2000 tra psichiatri, psicologi, psicoterapeuti ed esperti della salute mentale italiani e che ha tra i primi firmatari il dott. Luigi Palma, presidente dell'Ordine nazionale degli Psicologi, e il Prof. Vittorio Lingiardi Psichiatra e Docente Ordinario di Psicologia Dinamica all'Università La Sapienza di Roma, e consultatibile sul sito espressamente creato noriparative.it

Non solo quindi non esistono prove scientifiche della cura dell'omosessualità, ma anche di qualunque forma di trattamento atto a cambiare l'orientamento sessuale.

Ovviamente questo non ha nulla a che vedere, come nelle allusioni di Agapo, con la sensibilità verso le persone che soffrono di patologie. Ribaltare la frittata è solo un tentativo disperato di sostenere ragioni ideologiche. La verità è che l'omosessualità non è un disturbo o una forma patologica. Significa promuovere la verità. Il motivo per cui si celebra la Giornata Mondiale di lotta all'omofobia il 17 maggio è proprio perché in questa data l'OMS ha cancellato definitivamente l'omosessualità dall'elenco delle malattie e con questo si è cancellato il più grande stigma nei confronti delle persone omosessuali, additate come malate mentali con necessità di cure, trattati medicalmente e con psicofa
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Arcigay Nuovi Colori
22 Maggio 2013 - 12:15
 
e con psicofarmaci, costretti nei manicomi, oggetto di terapie come elettroshock ed altri orrori nel periodo del regime nazista. Un conto è l'accoglienza e il rispetto per le persone con patologie, un conto è essere stigmatizzati come malati e curati a forza per qualcosa che è una semplice condizione di vita.


Marco Coppola
presidente Arcigay Nuovi Colori

Elena Broggi
presidente Agedo Verbania Onlus
Vedi il profilo di claudia toscano risposta a Agapo
claudia toscano
31 Maggio 2013 - 22:05
 
che vuol dire "governare il proprio orientamento sessuale"? se non siete stati compresi è perché giocate su molti equivoci, sulla pelle dei vostri figli. Ma dove sono questi figli? Vi amano e vi seguono o vi subiscono? Mi piacerebbe intervistarne uno

Vedi il profilo di Paolo opinione
Paolo
5 Giugno 2013 - 18:20
 
Il fatto è che l'omosessualità non è una malattia e neanche un disagio o il frutto di una ferita infantile come piacerebbe a chi sostiene "terapie" sconfessate da tutta la comunità scientifica (anche nel nostro paese)
L'omosessualità è un normale e naturale orientamento sessuale al pari dell'eterosessualità (non una pulsione erotica).
Giocare sul detto non detto, sul creare equivoci al fine di sostenere posizioni ideologiche di stampo confessionale (e basta visitare il sito dell'associazione agapo per rendersene conto) è quanto mai scorretto.
Si cerca di negare l'evidenza dell'omofobia ancora così presente nella società solamente al fine di oscurare la vera causa del disagio di coloro (pochi) che provano disagio verso la propria natura omosessuale ossia l'omofobia interiorizzata.
Allo stesso modo citare a sproposito il codice F66.1 del DSMIV non so quanto convenga....vero?
Vedi il profilo di GiuX che cosa c'entra?!?!!?
GiuX
17 Settembre 2013 - 14:23
 
Signori... non è una questione di diritto democratico, una terapia che ti fa del male non è un diritto, l'autolesionismo non è una scelta democratica. Lo stato è garante della salute dei cittadini e quindi non dovrebbe e non può permettere trattamenti terapeutici che siano lesivi della salute e dignità della persona!
Vedi il profilo di Franco Tute le risposte in tasca
Franco
18 Ottobre 2013 - 12:21
 
In questi commenti vedo delle persone che affermano se stesse, perchè evidentemente non si accettano poi così tanto. Queste terapie fanno paura perché possono funzionare. L'orientamento sessuale è variegato e si nutre della nostra emotività ed interiorità. Più che persone felici, mi sembrate dei frustrati che dicono di amare se stessi. Parere personale.
p.s: i nostri figli ci amano, e noi li abbiamo accettati da subito; sono stati loro a chiederci di cambiare, ma a noi sarebbe stata bene qualsiasi cosa. Mio figlio adesso è felicemente sposato con una bella ragazza, e nei suoi occhi vedo tanta serenità. Giudicate voi stessi e smettetela di fare lobby in questa maniera veemente ed esaltata.
Vedi il profilo di Paolo Sig. Franco
Paolo
24 Ottobre 2013 - 12:23
 
Gentile sig. Franco non vedo proprio come lei possa estrapolare dai doverosi commenti in merito frustrazione o altro.
Le "terapie" in oggetto non possono funzionare (e questo la scienza medica lo ha ormai dimostrato da un bel pò) poichè basate sull'assunto infondato e prettamente ideologico che l'omosessualità sia una "ferita" quando invece si tratta di normale e naturale orientamento sessuale al pari dell'omosessualità. Non per nulla sono state sconfessate e rigettate da tutta la comunità medico-scientifica mondiale.
Il disagio da risolvere in chi vive male la propria natura omosessuale è appunto ciò che viene definito "omofobia interiorizzata". Dimostrazione lampante lo è il fatto che chiunque scriva di questi "ex - gay" è sempre legato all'ideologia di stampo confessionale.
Benissimo per suo figlio se si è sposato ed è contento...la informo che purtroppo a uomini e donne che vorrebbero sposarsi con persone dello stesso sesso questo diritto è ancora ingiustamente negato.
Scommettiamo che in una società scevra di pregiudizi, con pari diritti e priva dei condizionamenti ideologici e della pressione lobbistica della confessione religiosa di turno anche quei pochi "ex gay" scomparirebbero?
Cordialità



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