Il BLOG pubblico di Verbania: News, Notizie, eventi, curiosità, vco : Verbania : Eventi

Alla Fabbrica di carta 3 novità da Alberti Libraio Editore

Venerdì 29 aprile e domenica 1 maggio, presso la Fabbrica di carta a Villadossola, tre incontri per la presentazione di "Architettura e paesaggio del lago. La Colonia Ettore Motta a Suna", di Luisa Nava (libro di architettura sulla Colonia Ettore Motta), "La signora del Nibbio", di Beppe Codini (Romanzo ambientato in Val Grande ispirato alla vera storia di Angela Borghini), "Una misteriosa morte", di Beppe Codini (Romanzo giallo ambientato in Val Grande).

Verbania
Alla Fabbrica di carta 3 novità da Alberti Libraio Editore
venerdì 29 aprile, ore 21.15 – SPAZIO INCONTRI
Il libro:
La signora del Nibbio
La storia di Angela Borghini e di Michele, dal cognome sconosciuto, libera interpretazione
di una vicenda realmente accaduta. Entrambi della bassa Ossola – lei di Anzola e lui, forse, di Premosello – lavorano in un luogo incredibile: il Vallone del Nibbio. Lei, dicono, bellissima e lui ammogliato. Il nodo della vicenda è incentrato sulla figura di Angela - la signora del Nibbio - una protagonista forte e autonoma. Una donna che, dopo ripetuti soprusi da parte della famiglia, deciderà di andare via di casa e vivere da sola in un balm.
Molto interessanti sono il contesto e l’ambientazione attorno a cui si svolge la vicenda.
Siamo a cavallo tra la prima e la seconda guerra mondiale, al tempo del taglio dei boschi in Val Grande, quando erano in piena attività le teleferiche adibite al trasporto dei tronchi verso la ferrovia della valle del Toce.
I tronchi venivano abbattuti con le asce e grosse seghe manuali dai boscaioli (i buratt) ridotti in segmenti (le borre) adatti al trasporto sui fili delle teleferiche attraverso i passi impervi dei corni di Nibbio - le cosiddette bocchette - alcune delle quali prendevano poi il nome della ditta che le gestiva (come la bocchetta del Lavattel).
A volte l’alpeggio, l’alp, era così ridotto che non consentiva la costruzione di baite, casere vere e proprie e allora i pastori si dovevano accontentare di ripararsi sotto dei massi spioventi, balm, che potevano offrire una minima protezione dalle intemperie.
Il balm dell’Angela è ancora visibile (quello che ne è rimasto) nella parte alta del Vallone del Nibbio, salendo oltre la recente frana del 2005, sulla sinistra.

Il libro:
Una misteriosa morte in Val Grande
In una soleggiata giornata di luglio, Andrea, l’ignaro escursionista protagonista di questo giallo ambientato in Val Grande, si trova di fronte a quello che in apparenza sembrerebbe un incidente di montagna. Insieme al suo fedele cane Black incontrerà tra i boschi Laura, una donna in difficoltà il cui marito sembra essere rimasto vittima di un incidente. Ma ben presto la vicenda inizierà a farsi più oscura del previsto e Andrea si troverà invischiato in un enigma difficile da districare. Un dubbio atroce si farà strada nella sua mente: Laura è un angelo o un demonio?

domenica 1 maggio, ore 16.15 – SPAZIO INCONTRI
incontro con l’autrice Arch. Luisa Nava
relatori: Prof. G. Sacchi Landriani
Arch. Graziano Davide Patergnani
Giovanni Rodari

Il libro:
Architettura e paesaggio del lago. La Colonia Ettore Motta a Suna
La Colonia Ettore Motta voluta da Giacinto Motta, presidente della Società Generale Italiana Edison di Elettricità, e ideata dall’ingegnere Giovanni Sacchi tra il 1924 ed il 1929, si articola in diversi edifici che generano un eterogeneo insediamento architettonico, pensato per parti autonome specificatamente concepite per assolvere a precise funzioni: il centro ricreativo con la mensa, i dormitori e l’infermeria, il convalescenziario. Il tutto collegato ed arricchito dagli spazi aperti pertinenziali che si declinano in differenti categorie: portici, pergolati, risalite coperte, sentieri, terrazze per le attività fisiche e ludiche, ambiti sportivi ed infine il grande parco con l’impianto di essenze arboree pregiate. Localizzata in un ambito extraurbano di grande rilevanza naturale, la Colonia ha il paesaggio del Golfo Borromeo come sfondo. Paesaggio che è stato modificato, alcune volte in modo irreparabile, generando un ‘altro’ paesaggio che diventa custode geloso del patrimonio costruito.
Questo è come oggi la Colonia appare ad un visitatore attento: fortezza che racchiude tra le sue mura i racconti di momenti conviviali; testimone assopita di un fervore architettonico-culturale; cittadella dell’esperienza lungimirante di un illuminismo imprenditoriale.
La Colonia fu definitivamente chiusa alla fine dell’estate del 1979, ma ancora oggi camminando tra i muri, immaginando gli spazi allestiti ed arredati, ricostruendo i rumori e le voci che i filmati ci restituiscono, si comprende come le varie componenti di questi singoli spazi fossero rimodulati alla scala del fanciullo. Emerge il vivo sentire che anche l’architettura con le sue proporzioni, modanature, colori doveva far parte della necessità per il bambino di vivere felice un tempo spensierato e avere un ricordo sereno.
Sono architetture dominate dalla monumentalità che le volumetrie sanciscono; forme planimetriche grandiose che i salti di quota stabiliscono ed ordinano; iconografie di corredo che declinano la funzionalità dei singoli ambiti costruiti; elementi verticali costituiti da torri che diventano i riferimenti spaziali a scala territoriale a quali corrisponde per contrasto lo sviluppo orizzontale delle parti comuni. Il tutto compone un lessico in grado di veicolare contemporaneamente intenzioni progettuali precise e significati simbolici.
Partendo da ciò che resta, memoria dell’organismo originario che si è salvato dall’incuria del tempo e dai documenti storici, il libro indaga le connessioni con il contesto, sonda le relazioni che hanno dimensione ed immagine sovrastante rispetto all’ambito di appartenenza, esplora le capacità tecniche messe in atto come interazione tra conoscenze tecnologiche e necessità economiche che hanno generato forme e caratteri in grado di traghettare un’idea in uno spazio compiuto.
La ricerca si snoda nella consapevolezza di volere fissare nella memoria un patrimonio innanzitutto culturale, testimone di un momento storico e di un sentire sociale. L’architettura viene tratteggiata attraverso le precise ed autonome regole dei caratteri tipologici e degli aspetti tecnologici; il paesaggio del lago invece resta in gran parte da afferrare, da riscrivere, e a ciò collabora un diverso sguardo progettuale.



0 commenti  Aggiungi il tuo



Per commentare occorre essere un utente iscritto
×
Ricevi gratuitamente i nostri aggiornamenti