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Festival LetterAltura 2022 - Programma 23 settembre

Riportiamo gli appuntamenti della seconda giornata di LetterAltura 2022, venerdì 23 settembre.

Verbania
Festival LetterAltura 2022 - Programma 23 settembre
La giornata di venerdì 23 settembre si apre alle ore 10.00, sempre a Villa Giulia, con il poeta Giorgio Luzzi: Non tutto è dei corpi (Marcos y Marcos) è una raccolta poetica, un ventaglio tematico più che mai ispirato all’attualità e ai rivolgimenti che coinvolgono il tempo in cui viviamo.

Seguirà, alle ore 11.15, la presentazione di A ciascuno il suo cammino. Scegliere un viaggio a piedi in Italia (Ediciclo) del giornalista e fotografo Fabrizio Ardito, una guida utile a scegliere uno dei grandi viaggi a piedi che il Belpaese ci offre. Gli eventi pomeridiani cominceranno alle ore 14.30 con Marika Ciaccia: con una diagnosi di trombosi venosa profonda e un’embolia polmonare gravemente invalidanti, Marika è riuscita a reagire e il cammino è stata la sua salvezza.

Ne parla nel suo libro La felicità ai miei piedi. L’avventura di una trekker per caso (Edizioni Terrasanta). Alle ore 15.45 torna ospite a LetterAltura Cristina Noacco per presentare La via del Torre. Il fiume delle sorprese tra forre, anfratti, grotte e grave (Ribis), un viaggio dentro e accanto al fiume Torre che permette di scoprire la ricchezza del territorio attraversato e di meditare sulla poesia, sulla spiritualità e sulla simbologia del corso d’acqua. Stefano Catone alle ore 17 presenterà Camminare. Lungo i confini e oltre (People). Non un saggio, nemmeno un racconto, questo libro è un sentiero di montagna, con cui l’autore ci guida lungo i “confini naturali”, attraverso percorsi che il lettore può calpestare insieme a lui.

Uno dei due appuntamenti organizzati in collaborazione con il CAI chiude, alle ore 18, il pomeriggio della seconda giornata di LetterAltura 2022: Caterina Soffici presenterà Lontano dalla vetta (CAI), libro ironico ed intelligente in cui l’autrice, senza edulcorare la montagna, ne racconta le difficoltà, gli imprevisti di una cittadina finita per caso a trascorrere una pandemia in quota.

Per l’appuntamento serale il Festival si trasferirà nel foyer del Teatro Il Maggiore di Verbania: alle ore 21.15, in collaborazione con le sezioni locali dell’Associazione Nazionale Alpini, si terrà l’incontro con il Ten. Colonnello Mario Renna per la presentazione de Noi alpini ci siamo sempre (Rizzoli), un libro che ripercorre i momenti decisivi di 150 anni di storia, partendo dalla fondazione del Corpo fino ad arrivare ai giorni nostri.

La giornata di venerdì 23 settembre si apre alle ore 10.00 a Villa Giulia (sala al piano terra) con il poeta Giorgio Luzzi: Non tutto è dei corpi (Marcos y Marcos) è una raccolta poetica, un ventaglio tematico più che mai ispirato all’attualità e ai rivolgimenti che coinvolgono il tempo in cui viviamo.

Non tutto è dei corpi
Compendio stilistico ed esistenziale della poesia di Giorgio Luzzi, Non tutto è dei corpi (Marcos y Marcos, 2020) si misura altresì con il mutare della storia e delle forme di cultura e di attualità. Nelle sei parti di cui è composto, mostra un ventaglio tematico più che mai ispirato all’attualità e ai rivolgimenti che coinvolgono il tempo in cui viviamo. Tutto ciò in una forma pulsante e sottesa di allegoria sempre stilisticamente meditata. Nella raccolta, l’ultima a essere pubblicata, il poeta si rivolge a chi legge, quasi tracciando un senso della propria esperienza: “a quali altri segreti e grati affetti / dedicherei questa imago di vita / questa impervia salita / che ha intriso di un fervore clandestino / un’antica e un po’ eccentrica passione?”
Nato nel 1940 in provincia di Sondrio, Giorgio Luzzi ha compiuto studi di giurisprudenza e di lettere moderne; dal 1972 vive a Torino. Suoi libri di versi hanno visto la luce per le case editrici L’Arzanà, Crocetti, Galleria Pegaso, Marsilio, Scheiwiller, Donzelli, Aragno, Sedizioni. Ha pubblicato un romanzo, una raccolta di racconti e numerosi saggi critici, in riviste e in volume, sulla poesia italiana contemporanea. Ha tradotto poeti di lingua tedesca e francese. Ha riportato riconoscimenti e ha partecipato, non soltanto in Italia e in Europa, a manifestazioni di prestigio in Messico, Argentina, USA.

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Venerdì 23 settembre alle ore 11.15 la presentazione di A ciascuno il suo cammino. Scegliere un viaggio a piedi in Italia (Ediciclo) del giornalista e fotografo Fabrizio Ardito, una guida utile a scegliere uno dei grandi viaggi a piedi che il Belpaese ci offre.
Quale cammino?
Non tutti i moderni viandanti sono uguali: c’è chi preferisce l’avventura, chi la spiritualità, chi vuole camminare solo in montagna, chi vuole perdersi in una foresta, chi non vuole fare troppa fatica… Come scegliere il percorso più adatto alla forma fisica, alla famiglia, ai nostri gusti? L’Italia è ricca di cammini, e negli ultimi anni molti nuovi percorsi hanno visto la luce: dalla celebre Francigena alla Via di Francesco, da Italia Coast to Coast ai cammini dedicati a San Francesco di Paola, dalle grandi vie romane al Cammino Minerario di Santa Barbara fino agli itinerari più brevi che solcano, oramai con cento mete diverse,
le montagne e le vallate, le pianure e le isole del nostro Paese. Sempre più itinerari possibili, un numero di moderni pellegrini in costante crescita, l’interesse dei media puntato più che mai sul turismo lento. Con il libro A ciascuno il suo cammino. Scegliere un viaggio a piedi in Italia (Ediciclo, 2021) Fabrizio Ardito cerca di fornire una mappa semplice da consultare a chi vuole pensare ai suoi primi passi sugli itinerari storici. Insieme ad altri due testi, editi sempre da Ediciclo, Le vie di Francesco e Al centro della Terra (dedicato al Cammino sardo di Santa Barbara), il libro è un contributo alla promozione e conoscenza del viaggio a piedi: un fenomeno che, in un modo o nell’altro, ha cambiato profondamente il modo di vedere le vacanze.
Giornalista e fotografo romano, Fabrizio Ardito si è sempre occupato di turismo, reportage e viaggi. Da una ventina d’anni racconta per giornali e riviste cammini grandi e piccoli in Italia e all’estero, viaggi a piedi e percorsi storici. Tra gli ultimi volumi pubblicati: Peregrinos (Touring Club Italiano, 2020), 111 chiese di Roma che devi proprio scoprire (Emons, 2020) e con Ediciclo Come sopravvivere al Cammino di Santiago (2017), Le Vie di Francesco (2020) e Il Cammino dei Protomartiri Francescani (2022).

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Venerdì 23 settembre alle ore 14.30 Marika Ciaccia presenta il suo libro La felicità ai miei piedi. L’avventura di una trekker per caso (Edizioni Terrasanta), in cui parla di come, con una diagnosi di trombosi venosa profonda e un’embolia polmonare gravemente invalidanti, sia riuscita a reagire e il cammino sia stata la sua salvezza.
La felicità di camminare
A Marika Ciaccia avevano diagnosticato una trombosi venosa profonda e un’embolia polmonare gravemente invalidanti, ma lei è stata più forte della sua malattia: si è allacciata le scarpe e si è messa a camminare. Oggi è una scoppiettante trentenne conosciuta sui social come “My Life in Trek”. Più forte della malattia, più forte di tutto. La storia di Marika, raccontata nel libro La felicità ai miei piedi. L’avventura di una trekker per caso (edizioni Terrasanta, 2021) è la prova vivente di come lo sport possa essere d’aiuto e la forza di una donna possa davvero fare miracoli. In questo lungo racconto di viaggio, con una scrittura semplice e diretta, l’autrice narra del Cammino di Santiago che le ha cambiato la vita, spingendola a raggiungere a piedi i 5000 metri di altezza sulle Montagne Arcobaleno del Perù. Una storia di resilienza, di coraggio e di riscatto: “Ho iniziato a camminare a seguito di un problema fisico che ha messo in serio pericolo la mia vita e le mie gambe. È stato doloroso, ma ho scoperto che il richiamo della montagna era troppo forte, volevo andare sempre più su. Così sono guarita e non mi sono più fermata”.
Marika Ciaccia ha imparato a camminare due volte: da piccola e dopo la grave malattia che l’ha colpita a una gamba. Da allora non si è più fermata. Grazie alla montagna e ai percorsi estremi ha imparato ad affrontare le sue paure, facendone un punto di forza. Ha trasformato il suo amore per il trekking in una professione: oggi è una Guida Ambientale Escursionistica e organizza trekking sulle montagne della nostra bella Italia. Sui social va fortissimo e cerca di trasmettere lo stesso spirito nel suo blog My Life in Trek e sui suoi profili social. Nel 2019 Licia Colò l’ha premiata con il passaporto di Il mondo insieme.

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Venerdì 23 settembre alle ore 15.45 torna ospite a LetterAltura Cristina Noacco per presentare La via del Torre. Il fiume delle sorprese tra forre, anfratti, grotte e grave (Ribis), un viaggio dentro e accanto al fiume Torre che permette di scoprire la ricchezza del territorio attraversato e di meditare sulla poesia, sulla spiritualità e sulla simbologia del corso d’acqua.
I doni del cammino
Quanti doni inaspettati offre il cammino al viandante che si mette in gioco con tutto se stesso! La sorpresa dell’incontro, la meraviglia della natura, l’inatteso cambio di programma. Se ci affidiamo all’imprevisto e all’imprevedibile, la vita diventa un fiume di avvenimenti straordinari nella loro semplicità, commoventi per la loro fragilità e così belli e forti da far sorgere il desiderio insostenibile di condividerli. Lo zaino blu contiene alcuni ricordi, insegnamenti e doni inattesi raccolti sulla via. Nel libro La Via del Torre (Ribis, 2021) Cristina Noacco descrive un viaggio lento dalla sorgente alla confluenza e al mare di un corso d’acqua friulano, il Torre. È un viaggio dentro e accanto al fiume che permette di scoprire la ricchezza del territorio attraversato e di meditare sulla poesia, sulla spiritualità e sulla simbologia del fiume (la memoria, il tempo, il cammino, la vita, l’amore…). Camminare in montagna e lungo i fiumi ci riporta a casa.
Cristina Noacco, friulana, è docente di Letteratura francese del Medioevo all’Università di Tolosa. Nutre un profondo amore per la natura, che frequenta con spirito contemplativo. Ha scritto due raccolte di testi in italiano e friulano, e una riflessione nel libro La forza del silenzio (Ediciclo, 2017). Ama raccontare i suoi viaggi a piedi in montagna (Lo zaino blu. Dalle cime dei monti alla montagna interiore, Orme, 2018; Sul filo delle creste. Da un capo all’altro della Corsica, Alpine Studio, 2021) e lungo i principali corsi d’acqua del Friuli, dei quali esplora il paesaggio e le valenze simboliche: prima del libro presentato a LetterAltura 2022 ha scritto I segreti del Tagliamento (Ediciclo, 2020).

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Venerdì 23 settembre alle ore 17 Stefano Catone presenta Camminare. Lungo i confini e oltre (People). Non un saggio, nemmeno un racconto, questo libro è un sentiero di montagna, con cui l’autore ci guida lungo i “confini naturali”, attraverso percorsi che il lettore può calpestare insieme a lui.
Lungo i confini e oltre
Camminare non è un saggio e non è nemmeno un racconto, ma è un sentiero di montagna. Stefano Catone ci guida lungo i “confini naturali”, attraverso percorsi che calpesteremo insieme a lui. Dalle dispute confinarie, alle frontiere mobili create dallo scioglimento dei ghiacciai. Dalle persecuzioni da cui cercarono di fuggire gli italiani ai tempi del fascismo, fino alle nuove rotte dei migranti lungo i Balcani. Non troveremo né muri né filo spinato. Ma un cippo, un muretto a secco, un ometto di sassi, il fruscio dei fili d’erba mossi dal vento o il rumore delle acque di un ruscello. Camminare. Lungo i confini e oltre (People, 2019) è un invito al dialogo e all’incontro, a unire ciò che l’uomo – e non di certo la natura – ha diviso.
Stefano Catone, studioso di migrazioni e appassionato camminatore, ha lavorato per l’Ufficio comunicazione del Parlamento Europeo, per Radio 24 e Left. Ha collaborato e collabora tuttora con Giuseppe Civati e Possibile. Ha all’attivo diverse pubblicazioni, tra le quali Nessun Paese è un’isola. Migrazioni, accoglienza e il futuro dell’Italia (Imprimatur, 2016) e #Antifa. Dizionario per fare a pezzi, parola per parola, la narrazione fascista (Fandango, 2018). Per People ha curato Il capitale disumano. Salvini e l’odio per decreto (2018).

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Uno dei due appuntamenti organizzati in collaborazione con il CAI chiude, alle ore 18.15 di venerdì 23 settembre, il pomeriggio della seconda giornata di LetterAltura 2022: Caterina Soffici presenta il suo Lontano dalla vetta (CAI), libro ironico ed intelligente, in cui l’autrice, senza edulcorare la montagna, ne racconta le difficoltà, gli imprevisti di una cittadina finita per caso a trascorrere una pandemia in quota.
Lontano dalla vetta
C’è chi va in montagna in cerca del midollo della vita, per sfuggire ai propri fantasmi e alle ansie metropolitane. E chi – come Caterina Soffici – ci si trova per caso. Sognava il caldo, il mare e le spiagge del Mediterraneo, ma un Accadimento l’ha portata in una baita sulle Alpi, a 1700 metri, in un borgo sotto il ghiacciaio del Monte Rosa. Lì ha scoperto – grazie a un gregge di caprette, un branco di lupi, un’aquila, e alcuni personaggi che sembrano usciti da una favola – che si può condurre una vita più semplice e trovare (forse) la felicità nelle piccole cose. Basta poco per cambiare ritmo e vivere come i cittadini hanno dimenticato: camminare, respirare, spaccare la legna, spalare la neve, fare yoga o stare semplicemente seduti su un masso caldo di sole. Lì ha scoperto che non è necessario correre per raggiungere la cima, perché il vero scopo non è arrivare sempre più in alto, ma riappropriarsi di un tempo antico e dilatato. Più facile se lo fai con un cielo blu sopra la testa e dentro il cuore. Blu come sono le montagne in lontananza. Blu come le sfumature dell’acqua del mare: il colore della vastità, dell’incontenibile e del desiderio. Lontano dalla vetta. Di donne felici e capre ribelli (Ponte alle Grazie, 2022) è un diario di montagna che è anche e soprattutto molto altro, uno sguardo intelligente, poetico, dolce, ironico e disincantato.
Caterina Soffici è nata a Firenze. Vive tra Londra e un paese sulle Alpi della Valle d’Aosta. Ha un marito, due figlie, un cane. È editorialista de La Stampa, collabora con TuttoLibri e altri giornali. Crede nel potere delle parole di cambiare il mondo e per questo tiene corsi di scrittura al Ministry of Stories, il laboratorio di East London per bambini e ragazzi di ambienti svantaggiati, dove si lavora sulla creatività, il racconto e la memoria. Per Feltrinelli ha pubblicato Ma le donne no (2010), Italia yes Italia no (2014), Nessuno può fermarmi (2017) e Quello che possiedi (2021).
In collaborazione con il Club Alpino Italiano

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Per l’appuntamento serale di venerdì 23 settembre il Festival si trasferisce nel foyer del Teatro Il Maggiore di Verbania: alle ore 21.15, in collaborazione con le sezioni locali dell’Associazione Nazionale Alpini, si tiene l’incontro con il Tenente Colonnello Mario Renna per la presentazione di Noi alpini ci siamo sempre (Rizzoli), un libro che ripercorre i momenti decisivi di 150 anni di storia, partendo dalla fondazione del Corpo fino ad arrivare ai giorni nostri.
Il corpo degli alpini
Lo conosciamo tutti, il cappello con la penna. Lo abbiamo visto immortalato nelle pagine più importanti della nostra storia, dai fronti militari della Prima guerra mondiale alla tragedia della campagna di Russia; abbiamo visto gli alpini servire il nostro Paese nelle missioni internazionali, dal Kosovo all’Afghanistan; abbiamo visto le penne nere al lavoro nei giorni drammatici delle emergenze e delle catastrofi naturali. Ed è a un alpino, Francesco Paolo Figliuolo, che ci siamo affidati in tempi più recenti, quando la pandemia da Covid-19 ha sconvolto le nostre vite e la campagna vaccinale aveva bisogno di una guida sicura. Nel libro Noi alpini ci siamo sempre. 1872-2022: 150 anni d’impegno per l’Italia (Einaudi, 2022), Mario Renna ripercorre i momenti decisivi di 150 anni di storia, partendo dalla fondazione del Corpo, avvenuta a Napoli nel 1872, per arrivare ai giorni nostri. Eppure non è e non vuole essere una “storia degli alpini”, ma un album di famiglia degli uomini e delle donne che hanno indossato e indossano quel cappello, che ne hanno fatto un simbolo di identità e di appartenenza. Impreziosite da foto inedite e da immagini imperdibili, queste pagine sono il racconto ufficiale del corpo militare più amato e riconosciuto, di una “meglio gioventù dei nostri monti” che riesce a incarnare i valori più autentici della nostra comunità.
Mario Renna è un ufficiale dell’Esercito che indossa da più di venticinque anni il cappello con la penna e le mostrine del Genio per truppe alpine. Dal 2006 non ha smesso di raccontare, in presa diretta, le storie e le operazioni degli alpini di oggi, con i quali ha partecipato a più di dieci missioni internazionali: nei Balcani, in Afghanistan e in Centrafrica. Giornalista, ha coltivato un interesse genuino per le vicende recenti e passate del Corpo, di cui ha scritto con taglio divulgativo in diversi libri e articoli.
In collaborazione con Associazione Nazionale Alpini – sez. Intra



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